ROMA – La Fondazione Teatro dell’Opera di Roma ritira i licenziamenti. Il Cda riunitosi lunedì 24 novembre in Campidoglio ha approvato l’accordo firmato una settimana fa con i sindacati: salvi 180 artisti di orchestra e coro. Adesso serve il sì dei lavoratori. Ma il risultato del voto non è scontato.
Il sovrintendente Carlo Fuortes ha avuto mandato di revocare il licenziamento collettivo se martedì l’assemblea dei lavoratori voterà sì all’intesa, che prevede tagli al salario accessorio e maggiore produttività. Cioè più spettacoli. I sindacati chiederanno agli iscritti di approvare l’accordo, ma il risultato non è scontato perché rimangono malumori per il costo della soluzione trovata, con un risparmio di 3 milioni di euro per l’azienda indebitata.
“Il Cda ha apprezzato molto l’accordo fatto – ha detto Fuortes dopo il Cda -. Siamo molto soddisfatti dei contenuti, che sono importanti per garantire il futuro del Teatro”.
Soddisfatto il sindaco Ignazio Marino, che è anche presidente del Cda:
“Esprimo grande soddisfazione e sollievo per l’esito della trattativa – ha detto – Speriamo che l’accordo venga finalizzato domani, così da superare la fase di fragilità del teatro e iniziare da subito il suo rilancio su scala nazionale e internazionale, puntando sulle grandi professionalità del teatro stesso”.
Il Consiglio di amministrazione ha anche approvato il nuovo statuto della Fondazione, in vigore da gennaio prossimo, in base alla legge Bray del 2013 sul risanamento degli Enti lirici. Al posto del Cda ci sarà un Consiglio di Indirizzo. Sarà necessario nominare un nuovo sovrintendente, ma potrebbe essere confermato Fuortes. “Sono i soci della Fondazione a nominarlo”, ha detto l’interessato.
Il sovrintendente non si è invece pronunciato sul nome del nuovo direttore artistico né sulla possibilità che il maestro Muti torni dopo l’addio di fine settembre. Nel comunicato finale del Cda dell’Opera si afferma che l’accordo con i sindacati
“consente di procedere nella direzione del risanamento economico tutelando al contempo tutti i dipendenti della Fondazione”.
La consigliera Simona Marchini spiega:
“L’intento è far crescere il Teatro artisticamente, culturalmente, socialmente, dargli veramente una valenza di eccellenza”.
Il verdetto ora spetta ad artisti, tecnici e amministrativi dell’Opera.