WASHINGTON – Barbara Schiavulli sul ‘Fatto Quotidiano’ racconta di un’intervista rilasciata alla tv americana dall’ex segretario di Stato ai tempi di Nixon, Henry Kissinger. Che proprio in quell’intervista rivela: “Non ci dispiacque, a me e Nixon quando ci fu il golpe in Cile”. Il tutto, spiega a Schiavulli, si inserisce nel suo non essere un “uomo di pace”, bensì un generale che sostenne l’operazione Condor, un piano della Cia per far cadere gli Stati filo russi e instaurare dittature militari. “Il contributo dei servizi – si legge – era di far sparire o uccidere dissidenti, politici, intellettuali che potessero essere di ostacolo”.
In questo senso si inserisce la “gioia” di Kissinger e Nixon al momento della destituzione di Allende da parte di Pinochet in Cile nel 1963. Proprio l’anno, si ricorda sul ‘Fatto’, in cui Kissinger “ottenne il premio Nobel per la Pace insieme al membro del parlamento nord vietnamita Le Duc Tho (che però non lo accetterà) per aver avviato i negoziati con il ‘peggior nemico’ e che si concluse con la sconfitta americana e la fine di un sanguinoso conflitto. ‘Ero giunto alla conclusione che era impossibile vincere militarmente e quindi favorii i negoziati”. Ma aggiunge: “Sono pienamente convinto che il Vietnam del Sud non doveva cadere. La colpa è nostra’“.
Nell’articolo si ripercorre la vita politica di Kissinger da “Mao e i viaggi segreti in Cina, lui e Castro con la crisi cubana, lui e una politica che si sgretola sotto i suoi occhi, e dove cambiano le priorità e gli interessi. Ma Kissinger non ha mai lasciato la politica, la Casa Bianca, la sua voglia di influenzare o di essere parte degli eventi non si è assopita con il passare degli anni. “Il potere è il più potente degli afrodisiaci”. Potere che ha tremato quando ha incontrato Oriana Fallaci (1972), “Il peggior incontro con la stampa della mia vita”, ha detto Kissinger. Lui si definì “condottiero”, lei scrisse “cowboy” e la stampa americana che riprese l’intervista lo massacrò“.
