Il prezzo della benzina si alza sempre esponenzialmente rispetto a quello del petrolio ma non segue lo stesso movimento in discesa, quando il prezzo del petrolio scende. Questa Pasqua, poi, il prezzo si è addirittura triplicato. Come spiega dettagliatamente Gustavo Ghidini in un analisi sul Corriere della Sera, la benzina venduta nei distributori italiani a Pasqua deriva da petrolio acquistato mesi fa a prezzi più bassi degli attuali. Ma a dispetto di ciò è stata venduta a un prezzo più alto anche rispetto all’attuale, basandosi su una previsione dei futuri prezzi. In una parola: la benzina l’abbiamo pagata tre volte più del dovuto.
«Prima di questa Pasqua – scrive Ghidini – a ridosso dell’abituale esodo di milioni di famiglie (che, dovendo partire, «non possono» non subire l’aumento) sono stati applicati incrementi di prezzo che riflettono non un aumento attuale di costi petroliferi odierni, bensì una previsione/scommessa sui livelli che il barile di petrolio raggiungerà fra tre mesi».
«Ma c’è di più – continua Ghidini – Come noto, e ovvio, le vendite «attuali» riguardano quantità di petrolio acquistate mesi prima. La benzina venduta oggi deriva da un petrolio acquistato nove mesi fa, quando il valore del barile era sui 70 dollari. Quindi in realtà , e ricapitolando, la sorpresa pasquale 2010 riflette non uno bensì due salti in avanti del prezzo fissato dalle compagnie rispetto ai valori reali del tempo di acquisto». […]
