L’uso di Internet ha “drogato” il giornalismo: in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, Daniele Bellasio ha spiegato che la difficoltà nell’avere le fonti a portata di mano, mischiata alla “voglia di protagonismo” di alcuni giornalisti, rischia di diffondere notizie “false” o perlomeno “non del tutto vere”. Bellasio ha fatto l’esempio della convulsa giornata che ha portato alle dimissioni di Alessandro Profumo da amministratore delegato di Unicredit: in quel caso, ha spiegato Bellasio, il rischio era doppio, perché le notizie che filtravano su Unicredit rischiavano di “drogare” anche la Borsa e i mercati.
«La lettera di dimissioni dell’amministratore delegato di UniCredit, Alessandro Profumo, è stata una voce, poi uno scenario probabile e alla fine anche una notizia più o meno per due giorni, e a mercati aperti, quando quella lettera non c’era, mentre Profumo ha lasciato ufficialmente soltanto attorno all’una e venti di martedì notte. Questo dovrebbe creare una certa dose di preoccupazione in chi ha a cuore l’affidabilità dei mezzi di informazione, su carta e online, il corretto svolgimento delle negoziazioni dei titoli in Borsa, la tutela di chi ha azioni della società in the news, e la normale gestione dei problemi interni di governance di un’azienda, per di più una grande azienda internazionale e per di più una grande banca italiana e multinazionale. Invece, con tanti saluti al gusto del racconto, perfino all’epica del romanzo reale, e alla tensione verso la verità delle cose, la notizia precede il fatto e lo determina. Questo è un principio che piace – e in fondo è un po’ naturale che sia così – a noi giornalisti, a quelli che lavorano nei giornali». […]