ROMA – Vittorio Zucconi su Repubblica, racconta dalla piazza la beatificazione di Wojtyla. Il suo è uno sguardo sulla gente, su quei pellegrini che hanno affollato Roma e che, scrive Zucconi, “per Wojtyla sarebbero venuti anche a piedi”.
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Sono arrivati a Roma sotto un cielo polacco, e dunque affettuoso, gli orfani di Karol Wojtyla per l’addio a loro stessi. Ci è sembrato di riconoscerli tutti, uno per uno, questi uomini e queste donne del “popolo di Giovanni Paolo II”. Popolo che ritrovo ancora negli stessi luoghi, con le stesse facce, da quel giorno di ottobre del 1978 quando il Suo nome fu scandito dal cardinale Federici alla loggia di San Pietro, “nomen sibi imposuit…”. Un milione, forse due o quanti siano davvero, che non sono invecchiati neppure dopo trentatré anni, ancora con gli stessi volti rinfrescati nell’acqua delle generazioni che scorrono e nella voglia di credere che la loro vita abbia un senso oltre i call center, la tv, gli iPad, Google e lo shopping.
Non conoscono stanchezza, neppure dopo le ventiquattr’ore nei pullman da Katowice, come Marlene e Ola, che erano bambine nel 1978, ragazzine quando videro il loro “Lolek” abbattuto dai colpi di Ali Acga nel 1981, donne quando raggiunsero Roma per il Giubileo e poi ancora per la veglia funebre del 2005 a intonare il mantra del “Santo Subito” e oggi hanno soltanto qualche zampa di gallina in più attorno agli occhi, ma non potevano mancare: “Sarei venuta a piedi” mi dice Marlene, esagerando un po’.
Ha la faccia eccitata del tifoso ai Mondiali di Calcio, che infatti ricordano queste ore con quelle bandiere delle nazionali che sventolano e l’immancabile assortimento di maglie da club di calcio, Carlos Sanchez aggrappato alla bandierona bianca e blu del suo Salvador, pimpante dopo un’odissea aerea dal Centro America a Bogotà, da Bogotà a Francoforte, da Francoforte a Fiumicino, Insieme saliamo, lui fresco, io affranto da mezz’ora di taxi nel caos romano, alla velocità vertiginosa di un gradino ogni venti minuti, la scalinata verso la galleria museo della vita di Giovanni Paolo II, molto scenografica e multimediale, compresi i colpi di pistola di Acga che accompagnano il percorso, tra rosari e bang bang. […]