“I pentiti di Wall Street”, Vittorio Zucconi su “Repubblica”

Wall Street (Lapresse)

WASHINGTON – Dalla prima pagina di “Repubblica”, Vittorio Zucconi racconta dei “pentiti di Wall Street”, i banchieri che si sono dovuti “riciclare” in nuove professioni per andare avanti dopo la crisi.

Alcuni di loro hanno proprio cambiato tutto: sono diventati cuochi, maestri o si sono dati alla fede, visto che più di 200 mila posti in fumo non sono così facile da ricreare nemmeno nella laboriosa America di Barack Obama.

Blitzquotidiano vi propone l’analisi di Zucconi come articolo del giorno

«È come scoprire che ci sono le prostitute a Las Vegas», commenta spietato sul Washington Post Whitney Wilson, che amministra a Wall Street un fondo di due miliardi di dollari, leggendo la lettera-denuncia contro la Goldman Sachs di un vice presidente pentito. «Lo sanno tutti, lo fanno tutti. La Goldman lo ha fatto semplicemente meglio degli altri, più a lungo degli altri e magari più sfacciatamente degli altri. La sola legge che conta qui è fare soldi, sempre più soldi. Il resto è bullshit, sterco». È un sudario di cinismo quello che da ieri ha avvolto l´”op-ed”, la lettera commento spedita al New York Times da un ex campione di tennis da tavolo, Greg Smith, laureato a Stanford, poi divenuto “direttore esecutivo” del settore derivati della Goldman Sachs a Londra, con il solenne titolo anche di “vice presidente”.

E ancora:

Che la “fibra etica” di queste banche d´investimento si fosse «deteriorata», come ha scritto nella sua denuncia il giovane dirigente pentito, sembra davvero la scoperta dell´acqua calda. La Goldman Sachs, con tono doverosamente compunto, ha smentito e deplorato in un comunicato ufficiale e molti, a Wall Street, oggi licenziano l´indignazione morale del direttore «servizio derivati» a Londra, come «uva acerba». Sarebbe soltanto il rancore di chi, dopo quasi 13 anni di carriera massacrante in aziende che chiedono a tutti di dimenticare vita e famiglia per dedicarsi soltanto ad aumentare gli affari, ancora non aveva fatto il salto all´incarico, ben più remunerativo, di “managing director”, di direttore responsabile. Il livello al quale la divisione del bottino, dei “bonus” di fine anno è più succulenta. Il “pentito” aveva una retribuzione annua lorda di 750 mila dollari, non proprio una miseria, ma in questo universo dove scorrono milioni, tutto è relativo. E per il 2011 anche la distribuzione dei bonus è stata in molti casi, come alla più conservatrice Morgan Stanley, la principale concorrente di Goldman, annullata, rinviata o ridotta drasticamente. Erano sempre più dollari di quanti avessero comunque incassato i profughi cacciati dal paradiso terrestre in quel settembre 2008 di lacrime e sangue, quando 200 mila uomini e donne, secondo l´agenzia finanziaria Bloomberg, persero il lavoro e 40 mila di loro furono buttati sui marciapiedi di Times Square alle 5 della sera di venerdì 19 settembre, con la scatola di cartone in braccio, il ritratto dei figli con il cane, le foto del viaggio di nozze e un pacco di azioni e di stock options che valevano meno del cartone. Gli angeli, i «padroni dell´universo» caduti dal loro impero non sarebbero più stati riaccolti, perché nel paradiso perduto non si rientra mai. Molti di loro, perduti i soldi, hanno trovato Dio, sentendo improvvise vocazioni pastorali. Alcune centinaia si sono iscritti a facoltà di teologia e sono divenuti pastori in chiese protestanti, nessuno in seminari cattolici, troppo esigenti. Adam Greene, della Lehman Brothers, non attese neppure il diluvio universale per sentire il richiamo. Già nel 2007, quando soltanto pochi “insider” avevano avvertito le prime gocce cadere, lasciò il suo BlackBerry, gli abiti italiani, la Bmw M3 obbligatoria in quel mondo, il milione e mezzo di bonus, seguì corsi alla Texas Christian University e oggi è stato ordinato e lavora come direttore spirituale e insegnante di religione alla Bellaire High School del Texas, per 28 mila lordi all´anno, più la refezione in mense. Mancette, ma sicure.

Poi Zucconi conclude:

La certezza che la Goldman Sachs sia quanto di più vicino possa esistere al sogno di tutti gli investitori, gli speculatori e i giocatori di roulette: «The sure thing», il colpo sicuro. «Oggi la Goldman ha un serio problema di credibilità e di trasparenza», ha ammonito da Yale il professor Jeffrey Sonnenfled, un´autorità indiscussa, «e deve riconoscerlo». L´ex campione di tennis da tavolo, che aveva sempre vissuto, nonostante i guadagni, una vita frugale, è diventato il campione degli angeli caduti, e dei “muppets”, dei pupazzetti, come la Grecia, manipolati, spremuti e poi scaricati. Ma non troverà più lavoro in questa industria. 

Published by
luiss_smorgana