MILANO – In un interessante articolo pubblicato sul Corriere della Sera, Massimo Mucchetti parla dei professionisti delle Authority, entrando nei dettagli delle varie competenze. Il pezzo è così interessante che merita la citazione di ampi stralci.
Scrive Mucchetti: “Quando l’Autorità per le Comunicazioni, presidente Corrado Calabrò, fece solo finta di riformare l’Auditel controllato a mezzadria da Rai e Mediaset, confermò nei fatti il duopolio collusivo tra l’emittente di Stato e quella del capo dell’opposizione (ieri premier) sul flusso delle informazioni che determinano i prezzi degli spot”.
Prosegue Mucchetti: “Dovendo selezionare le priorità , il governo lascia la riforma delle Autorità alla prossima legislatura”. Ma, continua Mucchetti, qualcosa sta cambiando: “Con la nobile scusa di risparmiare, asciuga i collegi non rinnovando i commissari in scadenza. E però non potrà sfuggire alle scelte di merito su presidenza Isvap, Agcom e sulla costituenda Autorità dei Trasporti”.
Inoltre, va avanti Mucchetti, “la mera riduzione del numero dei commissari, d’altra parte, può portare all’eterogenesi dei fini. Si pensi, per esempio, all’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, dove è stato appena eletto presidente il consigliere di Stato, Sergio Santoro, nonostante questi avesse proseguito, anche dopo la nomina a commissario, un ricco arbitrato dando ragione al privato e torto all’Acquedotto Pugliese, salvo essere poi smentito dal magistrato ordinario. I primi a scadere saranno proprio i due commissari astenuti sulla promozione”.
Poi Mucchetti viene al “nocciolo”: “La nuova Autorità dei Trasporti sarà guidata da un collegio a tre, formato da persone di comprovata professionalità e competenza e di indiscussa moralità e indipendenza. Pena la decadenza, non potranno esercitare attività o ricoprire cariche, anche elettive e politiche, in conflitto d’interessi con l’Autorità . Dureranno in carica 7 anni e non sarà possibile un secondo mandato. Ottimo. Per evitare il degrado delle Autorità ad approdo compensatorio per politici trombati e la fioritura dei professionisti del collegio, l’onorevole Linda Lanzillotta aveva suggerito di vietare la nomina di ex ministri, sottosegretari e parlamentari e di ex commissari di altre Autorità senza che non fossero trascorsi 5 anni dalla fine del vecchio incarico. E tuttavia, come insegna la storia dell’Isvap, le regole, per quanto penetranti, non emanciperanno mai la politica dalle sue responsabilità ”.
Infine, “il governo Monti fonda sulla legge 481 del 1995 le procedure di nomina dell’Autorità dei Trasporti, che assegna al ministro competente il compito di proporre i nomi, al Consiglio dei ministri sotto la guida del premier la conferma o meno della proposta e alle commissioni parlamentari del ramo in seduta congiunta l’ultimo vaglio, previa audizione dei candidati, e la nomina a maggioranza qualificata. Nel 1995 governava Lamberto Dini. Con la 481, si varò l’Autorità per l’Energia. Nel 1997, quando si trattò di istituire l’Agcom, che interessava Rai, Mediaset e gli editori, sparì il voto a maggioranza qualificata e ricomparve la lottizzazione. Ora, con la pur meritoria riduzione da 8 membri a 4 più il presidente, per i meccanismi parlamentari il collegio può finire preda esclusiva di Pdl e Pd. Il governo è ancora in tempo a inserire un codicillo nel decreto Cresci Italia per estendere all’Agcom la disciplina originaria del ’95. In tal modo, completerebbe l’opera iniziata respingendo il duplice disegno, denunciato dalla Fisac Cgil, di prorogare per due anni la presidenza di Giannini all’Isvap e di dividere le cariche di presidente e direttore generale, oggi riunite in capo allo stesso Giannini, così da promuovere subito il vicedirettore Flavia Mazzarella, sua fedelissima. Ma su queste materie si attendono anche Angelino Alfano e Pierluigi Bersani. Le leadership si costruiscono anche tagliando le unghie alle corporazioni della politica e degli affari.
