Carceri affollate e violente. La situazione precipita a Palermo dove, tra venerdì e lunedì, sei agenti della polizia penitenziaria sono rimasti feriti all’Ucciardone, dopo essere intervenuti per sedare una rissa tra detenuti. I sindacati insorgono e scoppia una polemica antica sul basso numero del rapporto tra guardie e detenuti.
La prima rissa è scoppiata venerdì notte e sono rimasti coinvolti quattro agenti, ricoverati poi in ospedale con sette giorni di prognosi, la seconda lunedì mattina con altri due agenti feriti. “Solo grazie alla grande professionalità del personale non si è rischiata una sommossa, con ripercussioni per l’ordine e la sicurezza pubblica”, dice la Uil.
Quando è avvenuta la rissa nella sezione erano rinchiusi oltre 300 detenuti e c’erano solo due agenti della polizia penitenziaria in servizio, “grazie alla pesantissima carenza di personale – dice la Uil – mai sanata dai vertici dell’amministrazione penitenziaria”. All’Ucciardone ci sono oltre 710 detenuti (415 i posti letto) e 200 agenti. “Questo significa che al netto dei riposi e congedi – dice il sindacato -, giornalmente vi sono appena 140 unità divisi nelle 24 ore di servizio con una media di 40 unità per turno”.
La Uil chiama in causa Salvo Fleres, (Pdl) garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale in Sicilia, che però rilancia: “Il sovraffollamento ed il caldo determinano reazioni spropositate – dice – Condanno qualsiasi atto di violenza compiuto dai reclusi e, al personale di polizia penitenziaria che è stato aggredito va tutta la mia solidarietà e soprattutto gli auguri di una pronta guarigione”.
La solidarietà di Fleres non basta a Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria spesso costretto a commentare episodi come questi. “Non posso che giudicare con estrema preoccupazione l’ennesima grave aggressione – puntualizza – Tutto questo è gravissimo ed inaccettabile, tanto più che si tratta dell’ennesimo grave episodio di tensione a danno di appartenenti alla Polizia penitenziaria in un carcere italiano”. D’accordo anche la Cisl.
“Le carceri sono una bomba ad orologeria – dice il sindacato – e stanno per esplodere. E’ impensabile che il peso di una situazione oramai indescrivibile possa ricadere solo ed esclusivamente in quei pochi colleghi che quotidianamente per garantire l’ordine e la sicurezza dentro le prigioni rischiano la propria vita”.
