Alla mensa delle tendopoli dell’Aquila si potrà di nuovo bere il caffè. Hanno vinto una battaglia, magari piccola, ma sicuramente significativa gli sfollati, abitanti di queste tende bruciate dal sole e subito dopo annegate dalla pioggia.
La mamma di due ragazze, Cristina e Fabiana, è molto battagliera: «L’altro giorno trovo questo cartello affisso alla mensa, dove c’era scritto che dal 29 maggio non sarebbe stato più possibile distribuire il vino. E ci hanno tolto anche il caffè, bloccando la macchinetta automatica. E allora ho detto no. Mi sono messa a parlare con gli altri, lì davanti alla mensa, e abbiamo deciso di raccogliere le firme di protesta. Il cartello è sparito, in mensa si può ancora bere il bicchiere di vino: e con 20 centesimi ti puoi comprare un caffè al distributore automatico».
Sono tante le cose che non funzionano nelle tendopoli, descritte da alcuni giornali addirittura come il “ghetto dei disgraziati”. Ci sono i tossicodipendenti, che prima erano seguiti dal Sert, che adesso vagano per il campo e gli ospiti del Centro di igiene mentale che è stato distrutto dal terremoto. Manca l’assistenza per queste persone. Il rischio è che queste tendopoli si trasformino davvero in un ghetto. E che la gente perda la speranza.
*Scuola Superiore Giornalismo Luiss
