Circa 7 mila dipendenti di Phonemedia non vedono lo stipendio da mesi: alcuni lavoratori, i più fortunati, dell’azienda che opera nel settore dei call center hanno incassato gli ultimi soldi (metà dello stipendio di settembre) a dicembre.
Tra l’altro si parla di metà stipendio, perché l’azienda ha (anzi aveva) l’abitudine di dividere il salario in due tranche. Una soluzione che non agevolava i lavoratori, quasi sempre alle prese con pagamenti e scadenze da rispettare.
Gli uffici sono chiusi da mesi, la produttività è totalmente bloccata. E i vertici dell’azienda sono scomparsi dalla circolazione, con tutti i loro debiti nei confronti dei dipendenti.
Phonemedia non ha mai dichiarato lo stato di crisi, non ha mai chiesto la cassa integrazione, non ha mai avviato le procedure della mobilità . Semplicemente, è diventata un’impresa “fantasma”.
E ora i lavoratori si sono organizzati come meglio hanno potuto: quelli di Trino Vercellese hanno approntato un presidio molto “minimalista”, composto da una tenda (messa a disposizione dalla Protezione civile), una cucina da campo (offerta dalla pro loco), un bagno chimico.
I dipendenti piemontesi, almeno, hanno ancora la speranza di accedete ad un fondo messo a disposizione dalla Regione per tutti i lavoratori che abbiano un ritardo nei pagamenti di almeno tre mensilità . Per quelli che invece lavorano nelle altre sedi la questione è ancora più drammatica.
E lamentano di una sorta di “discriminazione” rispetto ai dipendenti di altre società : «A differenza della vertenza Agile-Eutelia – lamenta Roberto Croce della Cgil – la nostra situazione è ignorata dalle tv nazionali, malgrado si siano fatte manifestazioni davanti alle sedi Rai e Mediaset. Sembra che settemila famiglie sul lastrico non facciano notizia, ma questa è una bomba sociale pronta a esplodere».
