Scuola, precari in corteo davanti al ministero dell’Istruzione. Sfilano le “10 domande alla Gelmini”

«Morte della scuola, insegnanti in lutto», «Vogliamo solo lavorare», «Perché i dodici punti di una supplenza valgono meno dei dodici punti di un incarico?».  Sono solo alcuni degli slogan gridati e scritti su cartelli e striscioni che gli insegnanti precari sventolano in una manifestazione contro i provvedimenti della Gelmini, organizzata da Flc Cgil, davanti al ministero dell’Istruzione.

Ci sono precari di Roma, Napoli, Palermo. Protestano perché rischiano«di rimanere senza reddito, di non poter fare progetti e mantenere la famiglia» e non vedono nel decreto salva precari una misura che li salvaguardi.

«È un provvedimento iniquo, insufficiente e confuso – ha spiegato Mimmo Pantaleo, segretario generale di Flc Cgil – che non fa nulla di nuovo riguardo la disoccupazione, che esclude una parte di precari, produce conflittualità tra di essi e scarica sulle Regioni la responsabilità di sopperire ai tagli del Governo, creando una situazione a geometria variabile: i progetti e la loro applicazione varieranno da Regione a Regione, con un linguaggio diverso».

«Noi chiediamo – ha proseguito Pantaleo – che vengano rivisti i tagli, che si assicuri la copertura di tutti i posti vacanti, che venga formulato un provvedimento che copre il maggior numero di precari senza discriminare chi ha lavorato meno di un anno e la previsione di un ammortizzatore sociale che non abbandoni gli insegnanti in una scatola chiusa».

All’inizio della protesta, intanto, circa 200 precari si sono simbolicamente incatenati sulla scalinata del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca in Viale Trastevere, a Roma.

Protesta originale, invece, per il coordinamento precari della scuola di Napoli che ha portato sotto il ministero dieci domande per il ministro Gelmini, più altre tre incentrate sulla realtà napoletana. Preceduti da un corteo accompagnato da musica funebre e con cartelli listati a lutto che ritraevano il ministro, il gruppo di precari napoletani ha esposto dei grandi manifesti sui quali si leggono le domande.

Queste le domande 1 – Perchè le sue competenze riescono ancora a tenerla incollata a quella poltrona? 2 – Perchè dopo 13 mesi non ha ancora imparato nulla sulla scuola? 3 – Perchè si salva l’Alitalia, si salvano le banche e la scuola pubblica no? 4 – Perchè noi non siamo andati a Reggio Calabria come lei (con riferimento ad una vecchia polemica sull’esame di Stato d’avvocato sostenuto da Maria Stella Gelmini nel capoluogo calabro)? 5 – Perchè si rifiuta di parlare con un precario arrabbiato? 6 – Perchè, se la scuola pubblica è laica, si pagano gli insegnanti di religione cattolica? 7 – Perchè non impara a ragionare con la sua testa? 8 – Perchè i 12 punti di una supplenza breve valgono meno dei 12 punti di un incarico? 9 – Perchè non impara la matematica? 1 10 – Ministro, ora denuncerà anche noi? Domanda, quest’ultima, che si riferisce alla denuncia per diffamazione, da parte del presidente del Consiglio, seguita alla pubblicazione delle dieci domande sul quotidiano La Repubblica.

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Emiliano Condò