RIFORMA EDITORIA – La Federazione sottolinea ancora che «la riforma dell’editoria è un’urgenza del Paese, oltre che del settore e dei lavoratori che ne sono protagonisti. Il regolamento per i contributi all’editoria è il primo passaggio dell’agenda; la riforma degli ammortizzatori sociali e una complessiva legislazione per il settore sono le esigenze strategiche». Per queste ragioni la Fnsi sollecita il rilancio del confronto con il governo e ha chiesto audizioni alle commissioni Cultura della Camera e Affari costituzionali del Senato.
SCIOPERO A LA7 – Una delle questioni più drammatiche è l’annunciato licenziamento di 25 giornalisti de La7 per cui il Cdr dell’emittente ha votato l’astensione audio-video dell’informazione dal 5 al 10 dicembre parlando di «procedura al di fuori di quanto prevede la legge, un atto che in spregio delle regole contrattuali, tenta di forzare le norme a tutela dei lavoratori e del sindacato». «La vicenda de La7 è ormai diventata esasperante» sottolinea la Federazione nazionale della stampa, che rilancia la richiesta di un incontro a Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, per un confronto sul futuro di Telecom Italia Media, editore dell’emittente.
PERLAFINANZA – Situazione delicata anche in un altro gruppo editoriale, PerlaFinanza: i giornalisti della testate del gruppo, Finanza&Mercati, Borsa&Finanza e TuttoFondi, hanno rivolto un appello ai soci del gruppo affinchè nell’assemblea del 9 dicembre varino la ricapitalizzazione necessaria a salvare la casa editrice. «Fare informazione non è certo tra le attività più redditizie, e lo è ancor meno in tempi di crisi come quelli attuali. Certo è che far mancare il sostegno finanziario proprio ora rappresenterebbe la negazione di tutti gli sforzi profusi fino a oggi dai soci e dai dipendenti. Gli azionisti vedrebbero andare in fumo i loro importanti investimenti proprio nel momento in cui il conto economico ha fatto registrare notevoli progressi», scrivono i giornalisti in una lettera, che sarà pubblicata domani sulle tre testate, rivolta a Silvano Boroli, Danilo Coppola, Eraldo Gaffino, Guido Rivolta e Ugo Bertone (che insieme controllano il 53,5% circa del gruppo), nonchè a Osvaldo De Paolini (46,5% circa).