“E’ come se lo Spirito Santo mi avesse rivoltato al suo interno a modo di guanto”. Sono le parole di un uomo che ha abbracciato la fede in maniera intensa. Sono le parole di un uomo che ha deciso di farsi frate. Sono le parole di un uomo che ha cominciato il percorso per per entrare nel Terzo Ordine di San Francesco. Sono le parole di Gianfranco Stevanin il serial killer che tra il 1989 ed il 1994 uccise diverse donne.
Ribattezzato il “l’assassino di Terrazzo”, paese nel Basso Veneto, Stevanin ha deciso di abbracciare il collegio dei laici francescani. L’uomo è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso, stuprato, fatto a pezzi. Una storia orrenda quella del serial killer veneto. Nel 1976 ebbe un grave incidente in moto che gli comportò un trauma cranico e un grave intervento chirurgico particolarmente delicato. Questo incidente cambiò la vita del ragazzo, a causa della degenza perde tutti i suoi pochi amici e come postumi dell’incidente ha un focolaio epilettico.
Stevanin trascorre gli anni seguenti tra vari problemi (meningiti e forti emicranie) e cambiamenti comportamentali. Cresciuto comincia ad avere una passione per la pornografia, al punto da fotografare le sue amiche nude o in pose oscene. Poi trasforma il suo casolare in una vera e propria “camera del porno”, con diversi oggetti ed una passione maniacale per il sesso estremo ed il sadomaso.
Molte rtagazze, e molte prostitute, entrano in quel casolare, ma non tutte hanno la fortuna di uscirne vive. Una muore perché, durante il rapporto, Stevanin le stringe troppo forte il braccio intorno al collo. Un’altra morirà perché Stevanin vuole provare il “bondage” con un sacchetto di nylon in testa. Un’altra muore perché lui le stringe le mani intorno al collo mentre ha l’orgasmo.
Questi “intoppi” non spaventano assolutamente il freddo e spietato serial killer veneto. Gianfranco trasforma velocemente il suo club privé in un obitorio, seziona i corpi, taglia gli arti e fa a pezzi il tronco. Le teste le rasa e le fa sparire, occulta il tutto nella campagna vicina.
La prima ragazza sparisce il 15 gennaio del 1994, è Claudia Pulejo, 29 anni, tossicodipendente, attirata nella villa con la promessa di 15 scatole di Roipnol, un potente farmaco per le crisi di astinenza. In cambio, Stevanin chiede il permesso di scattarle alcune foto “particolari”. A novembre dello stesso mese, risale invece la sua ultima vittima, una prostituta austriaca, Gabriele Musger, che gli sarà fatale.
È la sera del 16 novembre 1994, siamo a Vicenza. Stevanin ha avvicinato la prostituta austriaca e le ha chiesto quanto vuole per delle foto. Gabriele Musger gli chiede un milione di lire ed esige che non le venga fotografato il volto. Ottenuta la promessa da Gianfranco, la prostituta sale a bordo della Lancia Dedra. Nel casolare dell’uomo, la povera Musger è sottoposta per ore a rapporti violenti, giochi erotici estremi, ed è costretta a farsi scattare foto pornografiche. Tenta anche di fuggire dalla finestra del bagno, ma la trova sigillata.
Quando la ragazza rifiuta di farsi legare nuda al tavolo, di schiena, con gli occhi bendati, per farsi scattare altre foto, Stevanin si infuria, la minaccia con una pistola e con un taglierino. La prostituta ha paura, lo supplica, gli offre 25 milioni di lire per farsi liberare. Stevanin accetta di buon grado, prima però esige un altro rapporto sessuale.
I due salgono quindi in macchina, diretti alla casa di Gabriele, dove sono i 25 milioni. Al casello di Vicenza Ovest, mentre Gianfranco Stevanin è intento a pagare il pedaggio, Gabriele Musger lo beffa, si lancia fuori dall’auto e corre in direzione di una pattuglia della Polizia Stradale, ferma proprio lì vicino. La donna denuncia il proprio cliente per violenza sessuale e, poiché nell’auto viene rinvenuta una pistola giocattolo priva del tappo rosso, la polizia è costretta ad arrestare Gianfranco Stevanin.
Per la polizia, Gianfranco Stevanin non è ancora un serial killer, è semplicemente un pervertito che ha minacciato e violentato una prostituta austriaca a scopo di estorcerle 25 milioni. Perciò viene condannato semplicemente a tre anni di carcere. C’è però qualcosa che insospettisce gli inquirenti: tra i documenti e gli indumenti, rinvenuti durante le perquisizioni nella casa di Terrazzo, ci sono anche quelli appartenenti a Biljana Pavlovic, cameriera serba di 25 anni, residente ad Arzignano (Vicenza), della quale non si hanno notizie dall’agosto del 1994, e di Claudia Pulejo, 29 anni, tossicodipendente di Legnano (Verona) che, come abbiamo già visto, risulta scomparsa il 15 gennaio dello stesso anno.
Le due ragazze figurano anche nelle schede delle prestazioni. Stevanin dice che gli abiti sono un pegno d’amore che gli avrebbero lasciato le due ragazze, ma è davvero difficile immaginare che siano uscite dalla sua villa nude. E per andare dove? Il 3 Luglio 1995, sempre a Terrazzo, poco distante dalla casa di Stevanin, un agricoltore trova in un fosso, in disuso da tempo, un sacco contenente un cadavere. È passato quasi un anno dall’arresto del perverso Gianfranco Stevanin e, grazie a un incredibile colpo di fortuna, è emersa la sua prima vittima. Ci vorrà un altro anno prima che il killer confessi le sue colpe, ma intanto le indagini cominciano seriamente, condotte dai carabinieri e da un nuovo magistrato, Maria Grazia Omboni.
Stevanin viene processato dopo diverse perizie psichiatriche che hanno tolto ogni dubbio: il ragazzo è in grado di intandere e di volere. Viene condannato all’ergastolo. La decisione di farsi frate è alquanto dubbia e sicuramente farà discutere. I francescani si sono limitati a dire che “se la vocazione è vera allora lo aspettiamo tra di noi”. Stevanin invece si è limitato a dire: “Non sono pentito ma sento il bisogno di seguire una strada nuova”: