Appena 47 mesi dopo le Olimpiadi torinesi, il trampolino di Pragelato è una cattedrale nella neve, abbandonato, così com’è chiuso e inutilizzato il jumping hotel costruito alla base dell’impianto: un mega albergo da 120 posti letto. “Benvenuti!” dice la scritta all’ingresso della struttura.
Il caso dello ski jumping non è però isolato: tutti gli impianti alpini di Torino 2006 (il fondo sempre a Pragelato, il biathlon a San Sicario, il bob di Cesana costato 61,4 milioni che forse chiuderà alla fine di gennaio e le piste di discesa della Via Lattea), si trovano infatti nelle stesse condizioni di abbandono. Su questi siti non si disputerà più nessuna gara: pur essendo comunque ancora nuovi e fiammanti avendo appena 4 anni di vita.
È davvero uno scandalo, denuncia in una lettera aperta il presidente della Fisi Piemonte, Pietro Marocco, che “questi impianti olimpici siano sottoutilizzati o del tutto inutilizzati in queste condizioni di abbandono proprio nella stagione invernale, la più intensa dal punto di vista agonistico”.