L’opinione della Santa Sede. "I luoghi di culto che sono sede di una presenza spirituale autentica sono legittimi e diventano luoghi benefici per la conoscenza”, ha affermato stamattina Ravasi, presidente del pontificio consiglio della Cultura della Santa Sede, durante la giornata di studio su ”Culture e Religioni in dialogo”.
La questione, ha spiegato Ravasi, presenta tuttavia due facce. "Da un lato – ha detto il ‘ministro’ vaticano della Cultura – bisogna riconoscere la legittimità del luogo di culto; d’altra parte questo non deve diventare un modello diverso". Quindi, se una moschea assume finalità politiche, "eterogenee alla propria identità religiosa", allora "lo Stato esige una verifica" e ha "il diritto di intervenire".
"Io capisco che per alcune culture tante volte è difficile distinguere come distinguiamo noi – ha concluso Ravasi – ma la nostra è una società occidentale che distingue tra ambito religioso e ambito politico, ‘A Cesare quel che è di Cesare”’.
La lega difende la moratoria. La risposta del Carroccio è stata immediata: "Abbiamo avanzato una proposta, ma siamo pronti a discutere".
Maroni, ministro dell’Interno ed esponente della Lega, ha spiegato: "Ci sono luoghi che non sono mai denominati moschee, ma sono centri culturali dove si fa di tutto: si somministra cibo, si fa scuola, si prega anche e, in alcuni casi, è dimostrato si fa reclutamento e finanziamento di attività terroristiche. E’ ora di accendere un riflettore su queste attività".
Il capogruppo alla Camera Roberto Cota ha difeso la moratoria: "Chiediamo soltanto di fermarci un attimo a riflettere in attesa di una legge che regolamenti questo tema. Vogliamo tutelare il diritto di professare una fede, ma vogliamo tutelarci anche noi".