Il commento sulle dimissioni di Joseph Ratzinger da Papa Benedetto XVI fatto dal cardinale polacco Dziwsz, ex segretario del Papa polacco, Giovanni Paolo II, è stato “non appropriato” e forse anche “non elegante”, secondo Barbara Spinelli, che affrontato il tema su Repubblicaè con un paio di capoversi piuttosto taglienti. Ha scritto Barbara Spinelli:
“Non appropriato (forse inelegante) è stato a mio parere il commento del cardinale di Cracovia Stanislaw Dziwisz. Citando Giovanni Paolo II, di cui fu segretario personale, ha stabilito: «Dalla croce non si scende». Chi, e con quale autorità può dire una cosa del genere? Ammettere di «non farcela », fisicamente o esistenzialmente, non è meno eroico del martirio-testimonianza di Giovanni Paolo II. È un umanissimo grido d’impotenza, uno scendere i gradini del potere che sortisce l’effetto contrario: innalza. Enzo Bianchi dice che è un dono: «Una volta cessato l’esercizio del ministero, un altro può continuarlo e la persona che lo ha esercitato in precedenza scompare, diminuisce, si ritira». È quanto fece Giovanni Battista. Forse chissà, questo Papa si è sentito, nel maturare la scelta di diminuirsi, più che mai vicino al Battista.
L’invito a non scendere dalla croce non lo si rivolge neanche a Dio, se è vero che perfino Lui, prima del consummatum est, grida, si torce, e ha sete, e recita il salmo disperato di chi si sente abbandonato dal Padre che prometteva onnipotenza. Proprio Ratzinger, che sembrava impersonare il potere papale più arcigno, confessa di essersi trovato nella condizione più umana che si possa immaginare: quella della solitudine della coscienza, sola di fronte al Padre eterno, senza alcuna autorità terrena che potesse dirgli cosa doveva fare e dove andava il vento”.