ROMA – Nell’Italia fondata non sul lavoro ma sugli annunci, ecco Laura Boldrini e Piero Grasso. Dicono che vogliono abolire subito i vitalizi ai senatori e deputati condannati. Ma non si tratta di due passanti o di due attivisti che urlano in strada. Una è presidente della Camera, l’altro è presidente del Senato. Hanno il potere di fare quello che dichiarano sui giornali.
Sembrerebbe la volta buona ed è indicata addirittura una scadenza molto ravvicinata. Le cronache parlano di “funzionari già al lavoro” per varare nel giro di due settimane la disposizione regolamentare che bloccherà l’erogazione dei vitalizi agli ex parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi. Due settimane. Verrebbe da scommetterci: venerdì 13 marzo sarà davvero l’ultimo giorno della pensione a vita ai parlamentari condannati?
Siamo pessimisti. C’è il parere presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, secondo il quale su un tema ci vuole una legge del Parlamento, non basta la decisione del presidente e dei questori. Ci sono gli uffici di presidenza, che spesso sfuggono al controllo della stessa presidenza. Ci saranno, insomma, resistenze e ostacoli da superare, i partiti che faranno melina, questioni da affrontare in punta di diritto. Avranno i nostri eroi valutato bene la china da salire prima di lanciarsi in dichiarazioni che potrebbero rendere più difficile – svegliando il lobbista che dorme – il raggiungimento dell’obiettivo? A meno che l’obiettivo non fosse quello di prendersi un altro titolo sui giornali.