BERLINO – I tedeschi hanno uno strano concetto dei social network: la rivista Forbes riporta un articolo del Tagess Spiegel in cui si sostiene che chi non ha un profilo Facebook sia sospetto, sia considerato un possibile “assassino di massa”. Gli esperti tedeschi, che hanno formulato questa teoria, portano come esempi quelli del norvegese Anders Breivik, autore della strage di Oslo, e dell’americano James Holmes, autore della strage di Denver mascherato da Batman: entrambi non hanno profili Facebook e hanno pochissime informazioni sul proprio conto su internet. L’assioma dei tedeschi quindi è: chi non vuole apparire su Facebook ha qualcosa da nascondere, quindi è sospetto.
L’idea che una persona che non ha un profilo Facebook possa essere un terrorista è quasi esilarante, anche perché sul social network ci sono moltissimi gruppi che inneggiano ad esempio al razzismo o al nazismo o allo sterminio di massa. Ci sono persone che scelgono di non essere su Facebook per una miriade di motivi non patologici: perché lo trovano troppo coinvolgente, o perché vogliono mantenere la propria privacy, o perché in realtà non vogliono sapere che cosa fanno i loro vecchi compagni di classe o le loro vecchie fiamme.
Ma sembra che in questa nuova società 2.0, invece, ci si aspetti sempre di più che tutti siano per forza su Facebook, a tal punto che chi non ci si iscrive viene considerato un diverso, quasi un degenerato, uno di cui sospettare. Possiamo parlare di razzismo ai tempi del Web?