ROMA – Sono passati quasi quarant’anni da quando questa foto è stata scattata a Torino, sotto i portici di piazza Castello, davanti al portone del Consiglio regionale. Era una sera dell’autunno torinese del 1978.
La foto è emersa dagli archivi di un vecchio fotografo, ormai in pensione, che ha cominciato a fare pulizia nel suo magazzino di buste e vecchi negativi.
Sono passati tanti anni. I due giovani uomini ritratti nella fotografia, partiti da molto lontano, hanno fatto la loro carriera, le loro strade si sono intrecciate due volte da quella sera. Loro sono cambiati tanto il mondo è cambiato tanto. Quelli erano anni difficili, anni in cui il terrorismo ne risparmiava pochi. Uscivi di casa al mattino e non sapevi se potevi salire in macchina indenne o ti aspettavo un commando per spararti alle gambe o alla testa. Aleggiava il dubbio che a orientare il mirino dei terroristi fosse qualcuno con cui ti davi del tu, forse il tuo vicino di scrivania, forse quello che l’altra sera in una piola era a tavola con te.
Oggi, pur con tutta la violenza che c’è in giro, le cose sono molto diverse. La violenza di oggi è la violenza di sempre, quella endemica negli italiani così come tutte le altre razze e religioni. Basta leggere i siti dei giornali stranieri, l’esercizio è semplice con internet, e si vede che violenza, prepotenza, arroganza sono un bene diffuso equamente nel mondo. Anche allora questo genere di violenza era endemico.
In più però c’era la violenza politica. Cortei e manifestazioni, attacchi personali e assalti, sassaiole, randellate, pistolettate.
I due giovani della foto avevano poco più di trent’anni, erano ancora nella fase ascendente della vita. Qualunque cosa potesse succedere tutto era anestetizzato da gioventù, speranza, voglia di crescere e andare avanti.