ROMA – Gianfranco Fini dice: “Non ho mai mentito agli italiani”. Parla dopo che il caso della dimora a Montecarlo “svenduto” e affittato a suo cognato Giancarlo Tulliani è tornato alla ribalta con un articolo dell’Espresso. Parla dopo aver per mesi sostenuto che non era vero che quella casa era stata svenduta da An, che non era vero che era stata affittata a Tulliani. Poi, messo davanti alle carte reperite con solerzia dal Giornale (che all’epoca sulla storia fece una vera e propria campagna contro il presidente della Camera che portò alla scissione degli ex An dal Pdl), Fini disse che non ne sapeva niente e in un video disse: “Se la casa è di Tulliani mi dimetto”. Era il settembre del 2010: ora, grazie alle carte che sono uscite finora, sembra essere accertato che quella casa è di Tulliani, Fini però è rimasto al suo posto e non solo, viene anche a dirci che non ha mai mentito agli italiani.
“Non intendo farmi condizionare dalla ciclica comparsa di documenti, più o meno autentici, sulla casa di Montecarlo – dice – Basta leggere gli ultimi per capire che non contengono nulla di nuovo e definitivo rispetto all’effettiva proprietà . Esattamente come nell’estate di due anni fa. Da allora, l’unica certezza è l’archiviazione in sede giudiziaria della denuncia a mio carico. Nell’ambito della mia vita privata quanto scritto dall’Espresso suscita in me profonda amarezza per comportamenti che non condivido. Ma questo è un aspetto tutto e solo personale. Non ho mai mentito o nascosto qualcosa agli italiani e per questo continuerò il mio impegno politico a testa alta”.
La procura di Roma sembra essere sulla sua stessa linea. In un comunicato si legge: ”Circostanze già note alla procura di Roma. In particolare il nome di James Walfenzao, indicato come il fiduciario che figura come rappresentante legale della Printemps, società che nel luglio 2008 acquistò l’immobile di Boulevard Princess Charlotte, poi abitato da Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Gianfranco Fini, era noto agli inquirenti romani. Noto era che Tulliani, all’epoca dei fatti, era il titolare delle società off-shore che si sono succedute nella proprietà dell’ appartamento di Montecarlo ereditato nel 1999 da An e ceduto nel 2008 per 300 mila euro. La vicenda, nella capitale, è stata al centro di un’inchiesta archiviata nel marzo dello scorso anno. Il fascicolo fu sulla base di un esposto presentato da due esponenti de La Destra. Nel registro degli indagati, per l’ipotesi di truffa, finirono i nomi di Fini e dell’allora tesoriere di An Francesco Pontone. L’archiviazione fu decisa sul presupposto che non ci fu ‘alcuna induzione in errore dei soggetti danneggiati’ benché l’immobile fosse stato ‘ceduto ad un prezzo inferiore a quello di mercato'”. Per i magistrati “la conseguenza del valore incongruo attribuito all’immobile alienato, per i soggetti che si ritengono danneggiati, può essere esaminata nella competente sede civile”.