ROMA – Google, Facebook e i social media in genere non sono nemici dei giornali e di quelli on line in particolare. La tesi, esposta da Mario Calabresi, direttore della Stampa di Torino, al Festival del Giornalismo di Perugia, è una bomba. Che gli editori lo vogliano o no, sostiene Mario Calabresi, saranno la grande strada di diffusione di notizie del futuro. Inutile cercare di mettersi di traverso, bisogna cercare di usarli al meglio.
Sono idee quasi rivoluzionarie in mezzo a un gruppo di editori, quelli italiani, che, fatte alcune eccezioni, certo non brillano per capacità innovative: sarà l’età, sarà l’ereditarietà, ma il quadro non esalta.
Consola che a esporle sia un giovane direttore, che ha vissuto a New York per Repubblica e legge in inglese. Ha detto anche cose che a leggerle bene sono giustamente sgarbate verso alcuni importanti editori:
“Chi critica Google News non ha capito cos’è veramente”.
Come riporta il suo giornale, La Stampa, Mario Calabresi ha detto:
“L’editoria italiana non deve pensare a Google e Facebook come a dei nemici: basta credere che quello che mettiamo sui social cannibalizza i siti web”.
In questi anni, prosegue La Stampa parafrasando Calabresi,
“il rapporto tra Google ed editori, è stato molto complicato. Se da una parte i giornali hanno vissuto rincorrendo algoritmi e like, dall’altra non si sono mai arresi all’idea che i colossi di internet non siano disposti a pagare per i loro contenuti. Ma è a un’idea diversa dell’uso di questi mezzi che pensa il direttore de La Stampa, secondo il quale i giornali dovrebbero tornare a riflettere sulla qualità del contenuto. Ma soprattutto portarlo nei luoghi in cui i lettori si trovano e si troveranno sempre di più in futuro: i social network”.