
I desideri del Governo Letta tornano in Italia attraverso la mediazione in Europa e sono poi diffusi al popolo attraverso i giornali che a loro volta ci aggiungono un pizzico dei loro desideri.
Esemplare il titolo all’articolo di Valentina Conte su Repubblica, dove la conferma della Imu da parte di una asserita indicazione dalle autorità europee diventa la richiesta di una patrimoniale.
Nell’articolo siamo informati che nessun “tesoretto”, in termini di concessioni europee a sforare i rigidi parametri del “fiscal compact”,
“è disponibile per l’Italia nel 2014 se vuole stare sotto il 3% del deficit”.
Mario Monti lo ha anche firmato con il sangue: in questo 2013 dovremo recuperare altri 20 miliardi di euro per ridurre il deficit pubblico. L’ erede di Monti, Enrico Letta può fare quanto cinema vuole, però le cose per i contribuenti italiani potranno andare solo peggio, almeno nelle condizioni macroeconomiche attuali, con l’unica speranza di una forte ripresa americana e in Estremo Oriente che ci tiri via dal pozzo nero in cui siamo sprofondati.
Dobbiamo essere preparati all’arrivo di altri venti miliardi di nuove tasse, visto che finora i tagli sono stati una barzelletta, su un sistema economico in loop per il quale, ci ricorda Valentina Conte,
” l’Ocse ha tagliato ancora le stime del Pil per quest’anno a meno 1,8%”.
Cosa accadrà a questo punto?
Secondo Valentina Conte, l’Europa chiede di
“spostare il peso delle tasse da lavoro e capitale a consumi e patrimonio”.
Sono parole che sembrano quasi scritte da Susanna Camusso della Cgil, per la quale la patrimoniale è una delle cose più ambite. Se poi ci saranno fughe di capitali all’estero, poco importa, quel che conta è la giustizia.
A fare le cose secondo moralismo e ideologia ci si rimette sempre, a sinistra come a destra. Ormai pochi ricordano che la presente crisi mondiale fu fatta precipitare in modo irreversibile dalla decisione di George Bush e dai suoi accoliti estremisti di destra di fare fallire la mega banca Lehman Bros.
In realtà l’evocazione della patrimoniale non pare sia nella lista delle raccomandazioni europee che risultano un po’ più moderate. Ha scritto Blitzquotidiano
“FISCO. Va ridotta la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, spostandola su proprietà e consumi (leggi Imu e Iva)”.
che è un po’ un’altra cosa.
Come è stato già scritto, le parole che arrivano da Bruxelles sembrano riflettere i desideri contraddittori del gruppetto di politicanti che ci guida, assistiti da una schiera di burocrati abbastanza inadeguati.
La incapacità dell’apparato di governo, politici e funzionari, trova conferma nel vizio originale di una firma del fiscal compact supina e senza nessuna mediazione da parte di Mario Monti e anche nel fatto, che riferisce Valentina Conte, che mentre agli italiani vengono ribaditi i chiodi sulla bara della recessione,
“molti Paesi europei — sei per la precisione — continueranno a sforare nei prossimi due anni, come Bruxelles [mercoledì 29] li ha autorizzati a fare. Si tratta di Francia, Spagna, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovenia”.
La si giri come si vuole, ma per il Governo, ministri e burocrati, è un fallimento su tutta la linea.
Il risultato di tutto questo è nella previsione che l’Italia
“uscirà dalla recessione con un timido più 0,4% del Pil nel 2014, mentre il mondo avanzerà del 2,3% (media Ocse), l’Eurozona dell’1,1, gli Stati Uniti del 2,8, il Giappone del 2,3 e la Cina dell’8,4. Un ritmo che l’Italia può solo sognare. Se difatti la seconda metà del 2013 sarà meno negativa della prima, l’Ocse ha tagliato ancora le stime del Pil perquest’anno: meno 1,8%”.