ROMA – Prandelli patetico: “Dai che ce la facciamo” continuava a gridare, mentre i minuti rotolavano e la sconfitta cresceva. Esortazioni vaghe invece di indicazioni alla squadra. La squadra, con un valore di mercato complessivo pari a mezzo Pil, non c’era più, giocava a grappolo, come in parrocchia. Tutti qua, tutti la, uno solo dei nostri in mezzo a tanti dei loro. Giocavano indietro anche quando avrebbero dovuto essere tutti sotto la porta del Costa Rica.
Balotelli inghiottito dal nulla dopo il cartellino giallo. Cassano come un turista, del tutto spaesato. Beato lui che dopo la partita ha detto con sicurezza: “Con l’Uruguay vinceremo sicuro”. Pirlo, geniale nel primo tempo, in barca nel secondo.
Del Piero ha fatto l’ultimo prezzo: non è stato un problema di energia fisica ma di energia complessiva, non si risolve con qualche cambio; vale a dire: Cesare Prandelli ha sbagliato tutto. Prandelli, dopo la sconfitta, l’ha fatta da generale italiano: hanno sbagliato i giocatori, non possono pretendere di giocare come piace loro.
Inizio smagliante, mezz’ora. Poi la frana. Nel secondo tempo la rotta. Se la sono meritata. Viene da chiedersi: ci fosse stato Totti?
Quello che lascia un po’ perplessi è il distacco di Buffon: è finito il tempo dei pregiudizi di superiorità, tutte le squadre sono buone ma in ogni caso il risultato cambia poco, ci rifaremo con l’Uruguay. Come se, per spiegare la nazionale double face che milioni di italiani hanno visto trasformarsi in un insieme di sacchi di patate, ci sia una sotterranea, inconscia convinzione, che vincere con il Costa Rica contava poco, inutile sforzarsi troppo, alla fine ce la faremo comunque.