ROMA – Una coppia di fidanzati vip, lei, Elena Donazzan, assessore alla istruzione della Regione Veneto, lui, Vittorio, il suo compagno, sono stati protagonisti a Sanremo di una emozionante caccia al ladro, di biciclette, dove il ladro, aggiornato al Ferragosto 2015, non è più un povero italiano ma un “magrebino di m….”, secondo la espressione della responsabile della formazione e della educazione dei giovani del Vento.
La coppia era in vacanza a Sanremo, riferisce Filippo Tosatto sulla Tribuna di Treviso, basandosi principalmente sul racconto fatto dalla stessa Donazzan attraverso Facebook:
“All’uscita dal ristorante non trovano più le amate mountain bike, invano lucchettate ad una rastrelliera: «Dopo qualche attimo di sconforto ci monta la rabbia ma non ci arrendiamo, proviamo a ragionare. Ci viene in mente di chiedere a quelli che affittano le bici sulla più bella ciclabile d’Italia». Comincia il giro dei noleggiatori e la coppia si sgola a spiegare il rapporto d’affezione con le biciclette rubate: «La mia è un vecchio modello Gabrielli, fabbricata a Bassano, un regalo di mio padre. Vittorio chiama “Luisa” la sua, al punto da farmi ingelosire. Insomma, le rivogliamo indietro»”.
Con un desolante senso di ineluttabilità del crimine, Filippo Tosatto chiosa:
“Sanremo, a due passi dalla Francia, è un crocevia di migranti e il suggerimento dei commercianti – «Provate dai tunisini» – alludendo al fiorente commercio delle due ruote ricettate nella città dei fiori. Un ago nel pagliaio”.
Prosegue la cronaca:
“Ad un tratto, però, [la] Donazzan alza gli occhi sull’affollata ciclabile e riconosce la sua bici: «Sopra c’è un magrebino di m… », riferisce su Facebook «lo blocco, questo scappa e io come una pazza urlo che il bastardo l’avevo individuato. A quel punto è guerra. Il patriota Vittorio inforca la mia bici e grazie alle segnalazioni di una ragazza di Perugia che si ferma con la sua auto – certamente una Patriota in questa guerra tra stranieri ladri, malviventi e noi italiani – si mette a caccia della sua Specialized e dell’altro bastardo.In mezzo al buio, in una zona distante dal centro becca tre magrebini, si fa giustizia da solo e riporta a casa la bici tra lo stupore dei noleggiatori autoctoni. Risultato: Magreb 0 Italia 2 (le nostre mountaini tornate a casa). Diciamo che i magrebini non avranno più tanta voglia di derubarci se avranno il dubbio che vi sia un Patriota Camerata pronto a farsi giustizia»: conclusione: «Viva l’Italia e gli italiani che non piegano la testa»”.
Filippo Tosatto prosegue:
“La cronaca in stile mussoliniano dell’evento scatena la curiosità del web: oltre 80 mila visualizzazioni in poche ore e un migliaio di “mi piace”. Ma non mancano le critiche e c’è chi polemizza aspramente per i toni adottati dall’esponente di Forza Italia, i cui trascorsi risalgono a Msi e An: «Parole disgustose, vergognati, dimettiti», il ritornello.
“Lei, donna Elena, tira diritto come il Duce buonanima: «Alle anime belle che si scandalizzano per mio linguaggio, rispondo che non è piacevole ritrovarsi di sera tardi in mezzo a gente dal coltello facile dedita a spaccio e furti». Però quell’insulto al magrebino suona epiteto razzista… «No, non è una questione di colore della pelle. Se il ladro fosse stato un sanremese o un esquimese, l’avrei definito allo stesso modo. C’è un crescente problema di sicurezza nelle nostre città, l’ho detto anche al sindaco di Sanremo. E a giudicare dalla valanga di messaggi di sostegno che mi arrivano, credo di non aver esagerato».
“Un dubbio: da piccola giocava spesso a guardie e ladri? «Certo e stavo sempre dalla parte delle guardie»”.
Al tono distaccato di cronista adottato da Filippo Tosatto ha fatto eco su Repubblica Enrico Bellavia, in articolo che Repubblica.it titola così
“Insulti ai magrebini, guerra ai ” vu cumprà”: sui social impazza il politico razzista”.
Nell’articolo, che prende spunto dalla caccia al ladro di Sanremo, si confonde il tono, esacrabile, con la sostanza del problema e si accende un faro sulla autostrada che potrebbe portare una Lega in doppio petto a sottrarre ancor più voti al Pd di quanto sia avvenuto nelle Regionali di primavera 2015. Il negazionismo della sinistra dei giornali e dei salotti allontana la base ex Pci: questi non abitano in case eleganti, in quartieri protetti, meno che mai hanno scorte. Con gli immigrati loro ci convivono, sono già integrati, non hanno aspettato la predica di Laura Boldrini o di mons. Nunzio Galantino.