
Giorgio Napolitano che telefona dalla Scala ai carcerati di San Vittore a Milano, Anna Maria Cancellieri che segue la prima della Traviata alla Scala sul maxi schermo seduta in mezzo a quei carcerati non rappresentano solo un simbolo di una demagogia estrema e sbagliata in un Paese che va sottosopra (ve lo vedete Obama che telefona a Sing Sing?), ma anche una mossa sbagliata e offensiva verso gli stessi carcerati.
Papa Francesco ha preso l’abitudine di telefonare qua e là, ma è un capo spirituale non il capo di una macchina statale che tiene insieme 60 milioni di cittadini, tra cui i carcerati ma anche le vittime di quei carcerati. Diversi Papi visitarono i carcerati, quando la Chiesa era anche Stato territoriale, ma avevano altri poteri da un Presidente di Repubblica o da un ministro di Giustizia e dopo le loro visite qualcosa accadde.
Dopo il 1870, solo Pio XII manifestò, via radio, comprensione per i carcerati e Giovanni XXIII visitò, nel 1958, a Regina Coeli a Roma. Ma nessuno dei due usò le parole usate da Napolitano.
Che nessuno oggi si senta in imbarazzo e dica anche solo una parola di dubbio sulla bontà dell’iniziativa forse conferma lo status di infallibilità che ormai il sistema in Italia attribuisce a Napolitano, pò anche essere frutto del fatto che se critichi Napolitano o il Governo Letta e appendici vuole dire che stai con Berlusconi o con Beppe Grillo (bel modo tutto italiano per zittire il dissenso) ma è anche segno della totale indifferenza di fronte a qualsiasi cosa.
Sarebbe facile osservare la strumentalità delle due iniziative. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tiene ad un indulto o a una amnistia, ufficialmente per ragioni umanitarie, ma non potrebbe essere accusato di pensar male chi notasse che il tema ha cominciato a essere posto dopo la caduta di Berlusconi e potrebbe rientrare in quell’impegno al “salvacondotto” di cui si parlava nel 2011, nei mesi convulsi che hanno preceduto la fine del suo Governo.
Niente di male: l’Italia non vuole essere come l’Ucraina che gli ex primi ministri decaduti li mette in carcere. Ci sono dei sondaggi che attribuiscono alla maggioranza degli italiani una opinione favorevole a una qualche clemenza. Siamo uno strano Paese, forse per la nostra intrinsecità cattolica passiamo da Piazzale Loreto e dalle fiamme del’inferno alla indulgenza plenaria, dalla richiesta al parlamento di leggi che prevedano la galera anche se passi col rosso a provvedimenti di clemenza.
Però fare entrare in questo le speranze di libertà di chi ne è privo è un atto che se non fosse stato compiuto da San Giorgio Napolitano sarebbe stato bollato con le peggiori espressioni. Non tanto, anche in questo caso, per la cosa in sé, perché il Capo dello Stato non considera che se uno si trova in carcere qualche ragione per mandarcelo ci sarà stata.
È grave che il Capo dello Stato, quello stesso Stato che mette la gente in galera attraverso le sue forze di Polizia e ce la tiene anche per anni, anche per tutta la vita, attraverso la Magistratura, possa dire che il carcere comporta
“trattamenti degradanti e disumani”
e poi non dimettersi. È o non è lui, da molti anni ormai, il Capo di tutti noi e anche di tutti loro, giudici e carcerieri?
Ci vada poi lui a fare l’Agente di custodia…
Troppi anni ha Napolitano e troppa esperienza anche per non sapere che, una volta svuotate, le carceri torneranno a riempirsi e chi ci torrnerà troverà gli stessi
“trattamenti degradanti e disumani”
e le stesse celle, gli stessi cortili, lo stesso dolore. La macchina dello Stato non si muove e non si cambia con la demagogia.
Il comportamento di Anna Maria Cancellieri, ministro della Giustizia, è molto meno accettabile. Viene chiamata in causa con una certa frequenza per il contraddittorio atteggiamento nei confronti della detenuta Giulia Ligresti e di tutti quelli, le cui madri non disponendo del telefono cellulare della stessa Cancellieri, si sono semplicemente ammazzati o sono morti in carcere.
Anche lei, che è il capo della struttura penitenziale, ha usato termini pesanti verso i suoi magistrati (“Non è giusto, non è giusto”, quello che hanno fatto, di arrestare la piccola Ligresti) e non ha sentito il bisogno di dimettersi, anzi…
Andare là in mezzo a quei carcerati non aveva proprio senso. Ora la Cancellieri parla di 8 ore di aria per ingraziarsi i carcerati e fari dimenticare la sua grave mancanza. Ma è pura demagogia. Come e dove le fai otto ore d’aria d’inverno? In cortile? Ci sono locali adeguati? La Cancellieri sa bene che sono anni che in Italia si parla di nuove carceri, hanno parlato persino di usare navi in disarmo, ma poi non riescono fare nulla di concreto.
Le cose sono solo peggiorate, perché soldi disponibili per le cose serie ce ne sono sempre meno.Perché allora illudere i carcerati e delegittimare i carcerieri?
