
ROMA – Papa Francesco si è schierato con Matteo Renzi? A leggere bene le parole pronunciate dal Papa Francesco nella sua predica, o omelia, durante la Messa da lui celebrata a Daejeon, nella Corea del Sud, l’idea non appare peregrina. Papa Francesco ha esortato a
“respingere i modelli economici disumani che creano nuove forme di povertà ed emarginano i lavoratori”.
Sono parole un po’ tipiche del pauperismo cattolico e dell’atteggiamento anti progresso che unisce i preti di tutte le religioni nel mondo. Dette però in questi precisi giorni, in cui anche la Germania si è unita al club dei Paesi europei in recessione o recessioncina, sono parole su cui riflettere.
Il Papa ha parlato così da un Paese che è a ridosso della Cina, dove al comunismo, con i suoi milioni di morti per fame nell’inseguimento dei sogni di Mao, è seguito un capitalismo anche di Stato portatore di benessere per molti ma di miseria estrema per milioni. Nella stessa Corea non c’è molto da stare allegri: il Nord è una delle parti del mondo più povere, nel Sud il benessere diffuso è accompagnato da forme di sfruttamento molto spinte.
Lette con occhiali europei le parole di Papa Francesco sembrano anche criticare e con una certa asprezza la politica di austerità che ha messo in ginocchio l’Italia dopo che ben tre governi, da Berlusconi a Monti a Letta, si sono schiacciati ai piedi dei voleri tedeschi sul fiscal compact. Sono parole che suonano sinistre alle orecchie del cancelliere tedesco Angela Merkel non solo per la sua origine cristiana (il padre era un prete luterano) e comunista, non solo perché il suo partito si definisce democratico cristiano, ma perché una delle colonne del suo partito è in Baviera, regione fortemente cattolica e quindi più portata di altre parti della Germania a seguire le parole del Papa.