ROMA – “Addio corpi di donne fotografati dall’alto, dal basso, di profilo”
annuncia con gaudio Mauro Favale su Repubblica:
“Sui muri di Roma, negli spazi dedicati ai cartelloni pubblicitari, non si vedranno più réclame di questo tipo: bandite da un emendamento inserito nel nuovo Prip, il Piano regolatore degli impianti pubblicitari, approvato qualche settimana fa dall’assemblea capitolina e sul quale Ignazio Marino gioca anche una partita simbolica.
«Nessuna pubblicità che comparirà sui muri di Roma potrà usare il corpo della donna come messaggio commerciale a solo scopo di propaganda — ha spiegato il sindaco in un’intervista a Repubblica — non si tratta di essere bacchettoni ma è una scelta di civiltà».
Una scelta tradotta in un articolo del regolamento, il 12 bis: “È vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile”.
Per condire il piatto, il bigotto Ignazio Marino ha aggiunto altri divieti politicamente corretti e anche condivisibili
“Addio anche a promesse di facili guadagni nei casinò virtuali, addio a più o meno noti croupier che dai manifesti invitano a entrare nei siti di scommesse, a provare l’ebbrezza del rilancio all’ultimo secondo o dell’allin, della “puntata totale” in una mano di Texas hold’em, il poker famoso in tutto il mondo. È altresì vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell’appartenenza etnica, dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, delle abilità fisiche e psichiche”.
I manifesti della Benetton dei tempi di Oliviero Toscani non sarebbero esposti nella Roma bacchettona di Ignazio Marino, che ha detto anche:
«Usare il corpo delle donne per vendere un prodotto commerciale, così come veicolare messaggi pubblicitari discriminatori o offensivi non è più tollerabile in una società moderna e inclusiva. Vogliamo sostenere e promuovere i valori fondanti di uno Stato laico, che intende coltivare e trasmettere un rispetto profondo delle persone e delle minoranze che, purtroppo ancora oggi, vengono talvolta mercificate, calpestate o offese».
Topi, gabbiani rapaci, zingari molesti e borseggiatori, vu cumpra, ambulanti abusivi, parcheggiatori abusivi e prepotenti, prostitute di strada, scippatori, ubriachi, spacciatori, tutti questi e altre categorie del genere sono ben graditi nella Roma di Ignazio Marino e Luigi Nieri, quello che ha detto no agli sceriffi sindaci.
Ma una bella donna un po’ discinta, peggio se ammiccante, quella proprio no.
Nemmeno ai tempi del Papa Re.