Shigeru Ban. L’architetto umanitario progetta case di carta: e gli alberi?

ROMA – Shigeru Ban. L’architetto umanitario progetta case di carta: e gli alberi? La moderna archistar ha un volto poliedrico: ultima maschera è quella umanitaria indossata dall’architetto giapponese Shigeru Ban, fresco vincitore del Premio Pritzker (il Nobel del settore) per le sue chiese di cartone, i suoi rifugi di emergenza in carta e tela. Se ci si rivolge a lui c’è appena stata una tragedia: guerre, tsunami e terremoti (dalla Nuova Zelanda al Giappone passando per l’Aquila) rappresentano il terreno privilegiato per installare le sue creazioni.

Profeta dei materiali poveri e degli aiuti umanitari ha progettato la chiesa di cartone a Christchurch in Nuova Zelanda, il Padiglione della Musica di cartone a L’Aquila, il ponte di carta sul Gardon in Francia. Più vari progetti per consentire, attraverso strutture leggere (fino all’inconsistenza?), un po’ d’intimità per  i senza tetto ammassati nelle palestre, negli stadi, nei campi improvvisati allestiti nelle tante crisi emergenziali dovute a disastri naturali e umani come nella guerra del Ruanda.

Tutto molto bello ed edificante: ma alla vita degli alberi chi ci pensa? Non c’è più quell’allarme ambientalista che ci imponeva di usare meno carta in nome della conservazione della natura. Secondo Greenpeace gli italiani hanno un consumo di carta procapite tra i più alti del mondo: circa 200 kilogrammi, cioè circa 80 risme di A4. Ciò significa che una famiglia di 4 persone “consuma” 2 alberi ogni anno. Il conto, Greenpeace, stavolta, lo porti direttamente a Shigeru Ban, architetto umanitario.

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Warsamé Dini Casali