Sono rientrati in Italia gli ultimi militari italiani impegnati nella missione in Afghanistan. I soldati sono arrivati all’aeroporto di Ciampino. Il volo ha fatto rotta da Kabul, con scalo a Kuwait City.
Gli ultimi militari italiani, componenti della task force che ha reso possibile l’evacuazione dei profughi afghani, hanno completato le operazioni di rientro. Insieme a loro anche tre bambini e un interprete, quattro afghani che in extremis sono riusciti a raggiungere l’Italia.
Una storia particolare, la loro. Ad affidarli ai militari italiani sono stati quelli americani, che in precedenza avevano tentato di portarli via dal caos di Kabul insieme al padre. L’evacuazione dell’uomo non è però riuscita. E allora i tre bambini hanno preso la via del nostro Paese, dove c’è uno zio che li prenderà in affidamento temporaneo.
I militari della Joint evacuation task force (Jetf) sono stati accolti con gli onori militari dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, accompagnato dal capo del Comando operativo di vertice interforze (Covi), il generale Luciano Portolano.
“Accogliamo con orgoglio e gratitudine i militari artefici dell’impresa di aver evacuato oltre 5.000 persone dall’Afghanistan. Bentornati a casa e grazie per ciò che avete fatto – ha detto il ministro -, per il lavoro straordinario che avete compiuto e per come l’avete fatto considerando le difficili condizioni in cui avete operato. A voi tutti va quindi il ringraziamento dell’intero Paese”.
Composta da circa 60 elementi, tra task force evacuazione e uomini delle forze speciali italiane, la Jetf dal 13 agosto ha gestito sul campo le operazioni. Facendo spola tra la base italiana di Alì al-Salem in Kuwait e Kabul, con velivoli da trasporto dell’Aeronautica militare.
In totale sono stati 87 i voli effettuati nell’ambito dell’operazione Aquila Omnia. Il bilancio del ponte aereo è stato illustrato oggi da Guerini davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il Copasir ha espresso un “plauso unanime” all’attività svolta in queste settimane dai militari italiani.
“Anche in questa occasione – ha affermato il presidente del Comitato, il senatore Adolfo Urso – hanno manifestato grande professionalità e abnegazione da tutti riconosciuti, dalle forze alleate e dalla popolazione afghana, sia nei vent’anni della missione, sia nelle modalità con cui hanno condotto le operazioni di rientro e di esfiltrazione di coloro che avevano collaborato con le istituzioni italiane”. Urso ha inoltre annunciato che “nessun equipaggiamento militare italiano è rimasto nel campo”.
Ad Avezzano, intanto, è stata completata la vaccinazione degli afghani ospiti del grande hub, mentre in Sardegna sono arrivati i primi 87. In Campania sono state destinate 436 persone e in provincia di Padova saranno trasferite le prime sei famiglie: si tratta di 28 persone, che saranno accolte presso strutture appartenenti alla rete dei Cas nel capoluogo, a Piazzola sul Brenta e San Giorgio delle Pertiche.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev