FIRENZE – Sono arrivati presto a Porta al Prato, a Firenze. A 500 metri dalla stazione Leopolda, il posto più vicino per farsi vedere dal premier Matteo Renzi. Sono quelli che hanno visto finire in niente i loro risparmi affidati ad azioni e a obbligazioni subordinate di Banca Etruria, la più attiva in Toscana o di CariChieti o di Cariferrara o di Banca Marche.
Nel mirino della protesta il decreto salva-banche che se è vero che ha messo al sicuro i lavoratori e i conti correnti dei risparmiatori, ha dall’altro stritolato quelli che avevano obbligazioni subordinate che dal 2013 Banca Etruria cercava di smerciare in grande quantità.
A Firenze nei pressi della Leopolda si sono presentati soprattutto i risparmiatori dell’Empolese, della frazione di Vitolini (dove c’era una sola banca, appunto Banca Etruria) e di altri centri: “Il direttore di banca nei paesini era come il prete, il capitano dei carabinieri, come facevamo a non fidarci?”, afferma un pensionato che al collo ha un cartello con scritto “Lo Stato mi ha rubato 30.000 euro”.
Un gruppo di ex obbligazionisti impegnati ha cercato di raggiungere la ex stazione e di avere un contatto diretto con il governo, ma è stato bloccato dalle forze dell’ordine a metà di via Il Prato. Tra coloro c’è chi grida: “Questa è una dittatura, fermano le persone perbene” si arrabbia uno. “Vogliamo incontrare Renzi” spiega un altro.