NIZZA – Musulmana insultata a Nizza al termine di un minuto di silenzio per le vittime del 14 luglio: “Tornatene dove sei nata” le urla contro un uomo, ma lei urla più forte: “Sono nata in Francia, il mio Paese è la Francia, dove me ne dovrei andare?”. Guarda il VIDEO di AJ+, Al Jazeera Plus, il canale social della tv araba.
La scena si svolge in pieno giorno sulla Promenade des Anglais di Nizza, il lungomare dove il trentunenne tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel ha ucciso 84 persone ferendone altre 202 alla guida di un camion di 19 tonnellate lanciato a 80 all’ora sulla folla radunata per guardare i fuochi del 14 luglio, anniversario della Presa della Bastiglia, festa nazionale francese.
Una folla si è radunata sulla Promenade ed ha appena osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime. Fra la gente c’è anche un gruppo di donne musulmane, francesi di origine nordafricana. Sono musulmani, infatti, 30 degli 84 morti del 14 luglio. Il problema è che anche lo stragista Mohamed – tutt’altro che un religioso – era di fede musulmana. Oltre ad essere depresso, psicotico, consumatore assiduo di alcol, hashish e coca, ossessionato dal corpo e dal sesso, violento con la moglie.
A pagare sono le persone come questa donna sulla Promenade, insultata da un uomo con cappello e occhiali da sole – sembra un turista.
“Dovresti tornatene nel posto in cui sei nata!”, dice l’uomo puntando il dito contro una donna dai tratti maghrebini.
“Sono nata in Francia, signore”, risponde la donna.
“Allora sei la vergogna della Francia!“, ripete più volte l’uomo.
“Sono nata in Francia, la Francia è il mio Paese, dove me ne dovrei andare?”
Un gruppo si unisce agli insulti dell’uomo: “Vattene via da qui!”, incalza una signora.
“Sono nata in Francia, signora”, continua la donna.
“Questo non ti dà nessun diritto!” è la risposta.
La polizia interviene mentre la donna urla “Siete un branco di razzisti! Dovrei tornarmene al mio Paese? Il mio Paese è la Francia!”.
Su Facebook un utente commenta: “Ci sono persone che dovrebbero prolungare per qualche anno il loro minuto di silenzio”.