ROMA – Mario Borghezio, Roberto Calderoli, Cecile Kyenge, papà Kikongo e i riti vodoo. Questi i protagonisti, dal Veneto al Congo, dell’assurda storia. Prima lo scontro Calderoli-Kyenge, poi i riti vodoo (registrati da Oggi) contro l’ex ministro leghista da parte di papà Kikongo e poi il contro-attacco di Borghezio.
“Il rito di tipo voodoo celebrato in Congo dal Kyenge-papi in veste di capo stregone della sua comunità ufficialmente per estirpare dal corpo del senatore leghista Calderoli gli spiriti maligni, ma con quali reali finalità magiche non è dato conoscere, è a dir poco preoccupante” così Mario Borghezio, deputato della Lega Nord al Parlamento Europeo, intervistato dall’Ansa, difende il compagno di partito, Calderoli, dopo l’intervista del padre di Cecile Kyenge al settimanale Oggi: “Se fossi l’amico Roberto, un pensierino ad un bell’esorcismo o, quantomeno, una congrua benedizione anti fattura correrei subito a farmelo praticare… Con un padre del genere, capisco bene solo ora perché la nostra Kashetu non osi condannare, benché ministro di un Paese membro dell’UE, la scelta poligamica del padre – continua Borghezio – Sia chiaro comunque- che io della Kyenge, della sua meravigliosa e numerosa famiglia, in particolare del papà e di tutta la sua simpatica comunità di cui è capo, penso tutto il bene possibile”.
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Ma cos’è successo? Il padre di Cecile Kyenge, Clement detto Kikongo, capo tradizionale di una comunità in un villaggio del Katanga, in Congo, è stato intervistato da Oggi. L’inviato del settimanale, durante il viaggio nella comunità di Kikongo, registra e riporta anche il rito vodoo “contro” Calderoli: “Signore – dice – nella tua misericordia ci hai detto di pregare per chi ci perseguita, per chi ci ingiuria e per chi ci maltratta. Non siamo contro Calderoli, il fratello che ha insultato la nostra Kashetu (nome originario della Kyenge, ndr), ma contro lo spirito che lo ha spinto a ingiuriare. Tu che puoi punire o perdonare, libera questo tuo figlio dalla malvagità dello spirito. Fai che riconosca il suo peccato e che porti il suo pentimento davanti a Cécile”. Dopo la preghiera, racconta ancora il servizio di “Oggi”, alcuni iniziati portano la foto del vicepresidente del Senato ed ex ministro della Semplificazione davanti all’altare degli antenati e chiedono il loro intervento perché colui che ha insultato si liberi dallo spirito cattivo che gli ha fatto proferire quelle parole malvage. Alla fine la foto di Calderoli viene messa tra otto termitai, simbolo degli antenati che vigilano sul villaggio.