ROMA – “Nel contrasto alle mafie Renzi si è mosso poco”. L’affondo viene da Roberto Saviano che, ospite di Massimo Giannini a Ballarò, ha espresso le sue riserve sull’operato del governo in merito alla lotta alla mafia.
“Qualcosa si è fatto rispetto al passato – ha aggiunto lo scrittore – ma la lotta alle mafie non può essere un problema tra i tanti. L’Italia doveva approfittare del semestre europeo. La prima cosa da fare era portare in sede europea la necessità di leggi antiriciclaggio che è l’unico modo di recuperare denaro. E questo non è stato fatto”.
“Mi aspetto che Renzi – ha proseguito Saviano – cambi percorso non delegando. Al Sud la lotta alle mafie è una priorità che non può stare nel mazzo. E affidarsi a figure simbolo come Piero Grasso o Raffaele Cantone, per dire che il pedigree di questo governo è pulito, non basta”.
Roberto Saviano esprime tutta la sua amarezza per la sentenza emessa ieri dal tribunale di Napoli che ha condannato l’avvocato Michele Santonastaso per le minacce fatte allo scrittore nel corso del processo Spartacus ma assolto dall’accusa di essere i mandanti i boss dei Casalesi Antonio Iovine e Francesco Bidognetti. Col cuore amaro, Saviano si appresta a tornare in America.
”Sì, torno in America – ha detto lo scrittore a Giannini – tu resteresti in Italia dopo che hanno assolto Iovine e Bidognetti? Non mi va di parlare di esilio anche se mi pesa, mi piacerebbe tornare, è il mio sogno, in un’Italia diversa, libero”.
Saviano ha aggiunto di essersi trovato bene negli States dove ha insegnato economia criminale all’università di Princeton e ha elogiato il sistema americano di contrasto al fenomeno del riciclaggio di denaro.
Tornando alla sentenza ha detto:
”Tra i politici qualcuno privatamente mi ha chiamato, ma pubblicamente no. Non riesco ancora a darmi pace: come è possibile che un avvocato possa essere considerato slegato dai suoi clienti?”.
”E’ una sensazione strana – ha proseguito – da un lato finalmente un tribunale che riconosce otto anni di vita blindata, le minacce di quei giorni, dall’altro invece capi violenti che sono stati assolti. Peraltro – ha sottolineato Saviano – Santonastaso ha letto il documento alla presenza di Bidognetti che era in aula e che non si è dissociato. Ho la sensazione di aver vissuto un clima all’italiana e ho il dispiacere di parlare di boss che hanno avvelenato la terra e messo le mani ovunque. Mi sembra incredibile – ha aggiunto l’autore di Gomorra – che il Paese non si renda conto che così facendo hanno vinto loro”.
Lo scrittore poi fa un collegamento tra il caso Cucchi, L’Aquila e le minacce ricevute dai casalesi. Riconosce che sono “sentenze diverse tra loro” ma una cosa in comune ce l’hanno:
“Aprono delle ferite e indicano che c’è un bisogno di giustizia. Al di là di una sentenza che va male – ha detto – dietro la vicenda Cucchi c’è un mondo che grida vendetta. Dietro L’Aquila c’e’ un problema non risolto, dietro la sentenza su Bidognetti e Iovine c’è un potere camorristico enorme. Queste sentenze aprono delle ferite. Forse anche noi chiediamo troppo alla giustizia – ha aggiunto – dietro certe sentenze c’è un’assenza di coraggio. Dietro queste sentenze che non condivido – ha concluso – c’e’ una ferita che si riapre”
(Video Corriere Tv)