A Roma, nella notte tra sabato e domenica ha preso fuoco il ponte dell’Industria noto ai romani come ponte di ferro. L’importante struttura collega i quartieri Ostiense e Marconi ed è un punto nevralgico della città. Ora si sta cercando di capire cosa abbia provocato l’incendio.
Incendio ponte di ferro, il giallo dell’innesco
Il ponte venne costruito tra il 1862 e il 1863 da una società belga per congiungere la linea ferroviaria di Civitavecchia alla stazione centrale Termini. Cosa ha provocato l’incendio e il crollo di parte della passarella pedonale che ospitava una galleria per il passaggio dei tubi del gas e dell’elettricità?
Prima delle fiamme si è sentito uno scoppio, raccontano le persone che abitano in zona. Tra le ipotesi sarebbe spuntata ora quella del corto circuito: chi indaga non esclude infatti che il punto di innesco possa essere stato in una parte del ponte e che le fiamme si siano poi propagate alle sterpaglie sottostanti. Di sicuro negli oltre 130 metri di lunghezza del ponte che ospita tre tubature, l’Italgas non ha rilevato perdite e quindi anche la pista della fuga di metano è stata esclusa.
I pompieri che distano con la sede del gruppo sommozzatori a pochissimi metri hanno spento il rogo in poco più di un’ora. Nella giornata di domenica hanno effettuato una serie di sopralluoghi per la messa in sicurezza della struttura.
Al Corriere della Sera, il comandante provinciale Francesco Notaro ha dichiarato: “Il ponte è comunque salvo. Ha sicuramente subìto un forte choc termico, che ha provocato deformazioni della struttura. Ma possiamo dire che è recuperabile, anche se non sappiamo quanto tempo ci vorrà”. Ed ora chi vive nei due popolosi quartieri sulle due sponde del Tevere teme che ci vorranno anni per riaprire il ponte, con molte ripercussioni sul traffico di un intero quadrante della città.
Gli insediamenti abusivi sotto al ponte
I carabinieri della compagnia Trastevere e del Nucleo investigativo di via In Selci si sono invece concentrati sui resti dell’insediamento abusivo sorto da mesi proprio sotto le arcate del ponte: chi indaga sta vagliando due ipotesi principali, ed entrambe escludono il dolo.
Come prima ipotesi sull’innesco si pensa ad una fiamma libera e accidentale, generata forse da un fornello, che potrebbe aver incendiato le sterpaglie sul greto del fiume, dal lato di viale Marconi.
Il fuoco si sarebbe poi propagato verso l’alto fino a coinvolgere le canaline protette da guaine in gomma e bitume che hanno alimentato il rogo.
La seconda ipotesi è invece collegata a un corto circuito elettrico che potrebbe aver interessato proprio i cavi nella passerella. Da qui il bitume sciolto dal fuoco sarebbe colato sulla boscaglia causando l’incendio della baraccopoli.
Secondo i Carabinieri, nell’insediamento sotto al ponte, sabato notte non c’era nessuno. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver sentito grida d’aiuto e visto persone fuggire dalle sponde del Tevere. Secondo chi indaga non ci sarebbero però evidenze sulla presenza di clochard sotto il ponte nel momento del rogo.
L’Ama, l’azienda comunale che raccoglie e smaltisce i rifiuti di Roma che ieri era impegnata nella bonifica di quel tratto di fiume parla di sversamenti abusivi che avvengono con uan certa regolarità sulle sponde del Tevere: “Purtroppo su quel sito avvengono ricorrenti conferimenti scorretti da parte di alcune utenze commerciali che non rispettano le modalità del servizio a loro dedicato, che viene svolto tutti i giorni per tutte le frazioni di raccolta differenziata”.
La presenza di rifiuti di vario genere potrebbe quindi aver contribuito a quanto accaduto.
Ponte di ferro, le immagini registrate aiuteranno le indagini
La struttura metallica costruita 160 anni è stata ripresa da decine di video che hanno fatto il giro del mondo. Questi video, si spera ora che possano aiutare a capire l’innesco delle fiamme e il crollo della galleria di servizio che ospitava cavi elettrici, fasci di fibra ottica e tubature del gas. Galleria crollata fra le fiamme e finita sulla banchina e nel Tevere.
A seguire il video del ponte che brucia (fonte Video Vista/Alexander Jakhnagiev):