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Relazione con ex di un mafioso: ecco perché venne ucciso Maurizio Maccarrone

CATANIA – La polizia di Catania ha arrestato due persone con l’accusa di omicidio aggravato e detenzione e porto illegale di arma da fuoco in concorso tra loro nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Maurizio Maccarrone, il 43enne di Adrano ucciso la mattina del 14 novembre 2014 da due sicari.

L’inchiesta, come riporta il sito La Sicilia, durata oltre due anni, è stata condotta dagli agenti della squadra mobile di Catania e dai colleghi del commissariato di Adrano. Secondo alcune fonti, il delitto sarebbe stato commesso per ragioni passionali.

In manette sono finiti A.M., pregiudicato del clan Morabito-Rapisarda di Paternò, e M.M., vicino al clan Scalisi. Il primo sarebbe stato il mandante dell’omicidio mentre il secondo l’esecutore materiale. Quest’ultimo era in sella a uno scooter guidato da una persona attualmente ancora ricercata dagli inquirenti.

A dare una svolta decisiva alle indagini sono state le dichiarazioni fornite dal collaboratore di giustizia Gaetano Di Marco. L’uomo avrebbe riferito agli investigatori che l’omicidio di Maccarrone avrebbe avuto un chiaro movente passionale da individuare nella gelosia che Magro provava nei confronti della vittima per una sua sospetta relazione con una donna, alla quale in passato il mandante era stato legato. L’ipotesi suggerita dal pentito ha trovato conferma in una serie di intercettazioni.

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FIlippo Limoncelli