SOUTHHAMPTON – Decine di antichi relitti ritrovati sul fondo del Mar Nero. Oltre 41 navi, risalenti al periodo bizantino e ottomano, eccezionalmente ben conservate per via delle particolari condizioni ambientali. Nascoste in acque profonde anche 1.800 metri, nella cosiddetta “zona morta”, dove c’è poco ossigeno e buio totale. La scoperta è stata fatta da un team di archeologi del Black Sea Maritime Archaeology Project, portato avanti dall’università di Southhampton, nel Regno Unito.
Tra le imbarcazioni rinvenute anche un mercantile di origine italiana del 14° secolo, simile a quelli che dovevano essere diffusi all’epoca dello scrittore e viaggiatore Marco Polo. “L’albero è ancora in piedi, con i pennoni sul ponte”, ha detto Jon Adams, che ha coordinato le ricerche, come specifica il sito Focus. “Si vedono ancora le sartie e il vasellame di bordo”.
La spedizione era partita per studiare tempi e modalità con le quali il livello del Mar Nero è tornato a crescere dopo l’ultima era glaciale. Il ritrovamento dei relitti permette ai ricercatori di conoscere importanti informazioni relative alle popolazioni che un tempo abitavano sulle zone costiere. Grazie alla fotogrammetria, è stato inoltre possibile ricostruire fedeli copie 3D dei reperti, così da poterli ammirare in tutto il loro splendore.
Molte delle attività coloniali e commerciali dell’antica Grecia, dell’Antica Roma e dell’Impero Bizantino avvenivano attraverso il Mar Nero. Dopo il 1453, quando i turchi ottomani occuparono Costantinopoli (cambiando il suo nome in Istanbul), il mare venne praticamente chiuso al commercio estero. Solo 400 anni più tardi, nel 1856, con il Trattato di Parigi, venne riaperto a tutte le altre nazioni.
Escludendo il Mar d’Azov, il Mar Nero ha una superficie di 436 400 km². La sua salinità è pari a circa il 17 %. Il punto più profondo si trova a 2 212 m, mentre nel centro la profondità è di circa 1 830 m. Bagna i seguenti Stati: Turchia, Bulgaria, Romania, Ucraina, Russia e Georgia.