ROMA – “Matteo Renzi mi fa dare dell’onesto a Berlusconi, siamo al paradosso”. Maurizio Crozza, nella sua copertina a DiMartedì, se la prende con le novità in materia fiscale che potrebbero essere introdotte all’interno della Manovra. Si parla di tasse, dunque, presente il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che sembra apprezzare le battute pungenti del comico. Crozza spiega: “Ogni due italiani che pagano le tasse, tre non versano niente. Altro che Cambia-verso, qui è Non verso un cazzo”.
Nella puntata precedente, invece, bersaglio di Crozza è stato Pierluigi Bersani, dato per uscente dal Pd (salvo successiva smentita): “Il Pd è casa mia, se esco dove vado? Posso mica far la fine di Fassina, ai giardinetti con i piccioni che danno da mangiare a lui”: Maurizio Crozza si è infatti calato nei panni dell’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, che a margine della direzione del partito che si è tenuta lunedì 10 ottobre aveva commentato: “Per quel che riguarda me, a portarmi fuori dal mio partito ci può riuscire solo la Pinotti… con l‘esercito”.
Così Crozza si presenta a Giovanni Floris e ai suoi ospiti (compreso il giovane deputato del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio) con il sigaro in bocca e il fucile in spalla: “Il Pd è casa mia, io qui c’ho tutte le mie cose, la scrivania con le foto di Berlinguer, l’armadietto con le metafore divise per animali (…). Io nel Pd ho passato tutta la vita. Se io esco di qui dove vado? Posso mica far la fine di Fassina, ai giardinetti con i piccioni che danno da mangiare a lui”. Il comico genovese non ha esitato a interpretare Bersani in trincea in vista del referendum costituzionale: “Io a Renzi l’ho detto chiaro: o cambi l’Italium o è guerra. Per il momento sto qui, barricato come la grappa, poi il 4 dicembre esco e decido. Se vince il no mi riprendo la mia ditta. Ma se vince il sì…non lo so”.