
MOSCA – Rapita mentre tornava da scuola. In pieno giorno, da tre aguzzini. Succede a Orenburg in Russia e succede ad una ragazzina di appena 16 anni. Per fortuna, però, come racconta il Daily Mirror, grazie alle telecamere di sicurezza questa volta i tre rapitori sono stati identificati e arrestati. Si tratta, come racconta Il Messaggero,
di due uomini, un 24enne e un 40enne, e una donna di 31 anni. Nel filmato si vede la giovane camminare tranquillamente mentre torna da scuola, quando il più giovane del gruppo le si avvicina e la strattona nel tentativo di trascinarla via. La ragazza si oppone con tutte le proprie forze al rapimento, ma a dar man forte al giovane arriva una donna decisamente corpulenta. I due riescono così a caricare la giovane su un’auto nera, guidata dal più anziano del gruppo.
Ma a colpire, oltre al brutale rapimento di una sedicenne, è il movente. Secondo la polizia russa, infatti, il rapimento sarebbe stato organizzato su commissione, per costringere la ragazzina e la sua famiglia a un matrimonio forzato. Usanza arcaica e ancora molto diffusa nelle zone più remote della Russia.
E’ un costume, quello del rapimento e del matrimonio riparatore che si pratica in varie parti del terzo mondo. Anche Lavrentij Berija, il padre del kgb e fedelissimo di Stalin finché il dittatore sovietico non uccise anche lui, rapiva le donne per strada e se queste non esaudivano i suoi desideri le ammazzzava. La sua ultima moglie era una ragazza di 16 anni anche lei, bellissima: lui la vide mentre andava a scuola, se ne innamorò pazzamente a prima vista e la fece rapire.
In Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, la pratica era molto diffusa nella prima metà nel ‘900. In alcuni casi il “rapimento” era in realtà realizzato con la complicità e l’accordo della donna. Più spesso era una brutale violenza a cui seguiva una seconda violenza: quella del matrimonio riparatore. Emblematico il caso di Franca Viola, la prima donna che, dopo il sequestro e la violenza, rifiutò il matrimonio riparatore.