Per Checco Zalone al suo secondo film la brutta figura non è quella degli arabi ma piuttosto la nostra. Così l’attore pugliese si difende oggi in conferenza stampa del film ‘Che bella giornata’, nelle sale dal 5 gennaio distribuito da Medusa in oltre 600 copie, dal fatto che questo lavoro possa essere visto come non politicamente corretto. Motivo? Nella storia Zalone è un uomo della security del Duomo di Milano che viene adescato da un’araba che vuole fare un attentato alla Madonnina.
Da qui tutta una serie di battute su questo possibile attentato che mettono in ridicolo sia in parte i terroristi che gli italiani. Una delle frasi più contestate del film quella che rivela come le cosiddette missioni di pace in zone di guerra sono fatte dagli italiani non per ideale, ma come dice un personaggio di ‘Che bella giornata’, per pagare il mutuo della casa. ”Lo sberleffo – ci tiene a dire Zalone – è a noi occidentali. L’ironia è su di noi non su di loro. Ad esempio c’è Rocco Papaleo (che nel film è il padre di Zalone), militare in Afghanistan, che preferisce la guerra che tornare a casa dalla moglie”.
Della stessa opinione il regista del film, Gennaro Nunziante, che dice: ”Non è un film politicamente scorretto. Cerchiamo solo di fare film diversi. Non parlare sempre e solo di mariti, figli, moglie e corna. Noi del Sud, poi, abbiamo perso tante persone in missione di pace e per il terrorismo ed è giusto dire che a noi non ci sembrano eroi, ma il loro eroismo e’ stato solo quello di farsi una casa”.