ROMA – Non ha deluso le attese Gerard Depardieu a Roma per presentare il suo libro ‘Innocente‘ (Edizioni Clichy). In una bolgia di telecamere, prontamente allontanate dall’attore (“non voglio video”) e di fan stipati per ascoltarlo, l’incontro alla Feltrinelli, in Galleria Sordi, è diventato un trascinante ‘j’accuse’ nel quale, preferendo spesso al francese un personalissimo italiano francesizzato, l’icona del cinema francese ha sparato a zero su stampa e politici, il cinema e Daesh.
Uscito un anno fa in Francia e pensato come una raccolta di pensieri più che come autobiografia, il suo ‘Innocente’, spiega, vuole essere soprattutto una denuncia contro l’informazione, “che è diventata tutta pornografia”, e contro i giornalisti.
“Io mi rivolto contro l’aggressività dei media. Chi fa informazione in questo tempo reale del web, fa merda. Non si cerca la verità ma si macinano continuamente i temi più diversi, puntando solo sugli elementi sensazionalistici, basti pensare alla foto del bambino. Buttate i telefoni e ascoltate la vita”.
Una conseguenza è che ”la gente non sa più distinguere, come per l’Islam che viene giudicato negativamente nel suo insieme. Invece è il Daesh ignorante e cattivo. La cosa pericolosa è che ora si avvicinino a quelle ideologie anche le ragazze. Ma è normale, se a 18 anni non hai prospettive, decidere di fare dei bambini che poi diventeranno guerrieri” I politici, per Depardieu sono ”tutti bugiardi, non ci si può fidare, oramai le ideologie sono finite, bisogna capirlo”.
Anche se ”il potere probabilmente è afrodisiaco. Dai re in poi, i politici in Francia hanno sempre fatto tanto sesso, persino Hollande. L’unico che si è comportato correttamente forse è Sarkozy, che ha sposato Carla Bruni”.
L’attore non accenna direttamente alla sua amicizia con Putin, ma torna spesso sul suo amore per la Russia e i suoi paesaggi: ”Ormai i russi – aggiunge – in ogni situazione vengono giudicati subito colpevoli, anche se non ci sono le prove, basta che lo dicano gli americani”. Eppure l’America ha dentro di se’ il razzismo, è ipocrita e puritana… e se qualcuno mi accusa di essere antiamericano, non mi frega niente”.
In un continuo scambio di battute con il pubblico, non ne è uscito indenne neanche il cinema, ”che non esiste più. Io sto girando un film con Catherine Deneuve (‘Bonne pomme’ di Florence Quentin) e ci abbiamo messo anni a trovare un produttore. Si pensa solo a fare film per bambini”. Resta però la sua ammirazione per gli attori italiani ”capaci di restare semplici, come Mastroianni e Tognazzi”, ma anche ”Valeria Bruni Tedeschi, che pur essendo nata in un ambiente privilegiato ha saputo vivere pienamente”.
Proprio aprirsi in tutto alla vita, è per lui ”fondamentale, per imparare, per essere un vero attore”. Non poteva mancare un accenno al suo proverbiale amore per il buon cibo: ”non per niente, sono stato fra i creatori dello slow food, con Carlo Petrini negli anni ’70”.