Il 4 aprile prossimo avrebbe compiuto 90 anni, oggi 11 gennaio è scomparso Eric Rohmer, regista e critico cinematografico, tra i maggiori esponenti della Nouvelle Vague . Conosciuto per “Il raggio verde”, film quasi improvvisato che regalerà all’autore il Leone d’oro a Venezia nel 1986, Rohmer dopo aver realizzato numerosi cortometraggi nel corso degli anni cinquanta, ha esordito nel lungometraggio nel 1959.
La sua produzione è stata caratterizzata per l’organizzazione programmatica della maggior parte dei suoi film in cicli. Il cinema di pensiero più che d’azione, di parole più che d’immagini, dalla messa in scena sofisticata nella sua delicatezza. Quello di Rohmer è stato un cinema morale, fascinoso e in parte enigmatico, sicuramente del più personale e coerente tra i grandi cineasti della Nouvelle Vague.
Negli ultimi dieci anni a dispetto della sua età il regista ha girato ben 3 film: il primo è “La nobildonna e il duca” (2001) dove narra la rivoluzione francese dalla parte dell’aristocrazia e dove gli attori recitano su fondali dipinti. “Triple Agent – Agente speciale” (2004) sarà invece un film di spionaggio ambientato negli anni ’30 e ne “Gli amori di Astrea e Celadon” (2007) si mette in scena un romanzo pastorale di Honoré d’Urfé ambientato nel V secolo.
Discreto sulla sua vita privata, serio e ancora attivissimo, anche per la televisione, Rohmer ha un figlio giornalista e un fratello filosofo, René Scherer.