Festival Berlino: con la Huppert brilla la stella di Mendoza

BERLINO, 12 FEB – Il nome del cineasta filippino Brillante Mendoza, e' piu' che altro familiare ai frequentatori dei Festival. Il suo e' un astro recente ma di rara potenza da quando si impose nel 2007 in una delle sezioni collaterali del Festival di Cannes che poi lo ha adottato fino a premiarlo come miglior regista nel 2009 per ''Kinatay''. Da allora Brillante Mendoza ha fatto il giro dei grandi Festival e approda oggi in concorso a Berlino ponendo una seria candidatura per un premio finale anche per merito di un'attrice amatissima come Isabelle Huppert.

Il film si intitola ''Captive'' e diversamente dai precedenti lavori dell'autore affronta scopertamente una tematica d'attualita': un gruppo di turisti che cercano l'esotismo sulle spiagge delle Filippine vengono presi come ostaggi da una cellula militare dei separatisti islamici del gruppo Abu Sayyaf. Nel parapiglia finiscono tra gli ostaggi anche una cooperante francese (Huppert) e una sua collega filippina. Caricati su un barcone e tradotti sull'isola di Mindanao gli ostaggi cominciano un'odissea nella giungla braccati dall'esercito e un po' aiutati, un po' guardati con sospetto dalla popolazione locale. Quando comincia ad esser chiaro che i civili sono soltanto pedine di un gioco piu' grande in cui conta soltanto chi vincera' (il potere o la rivoluzione) Therese/Huppert prova a dare ai suoi compagni un'ultima speranza e a uscire dalla trappola mortale. ''Vorrei che fosse chiaro – dice il regista – che io non sto con una delle due parti in causa e la mia prima solidarieta' va proprio agli ostaggi. Ma non voglio nemmeno che si confondano le ragioni e i torti di ciascuno per fare propaganda e dimenticare l'umanita' delle persone che nella mia terra si dilaniano tutti i giorni. Proprio per evitare di essere strumentalizzato a mia volta dalle ragioni ideologiche ho introdotto una protagonista-osservatrice che ci consente di guardare a questa realta' con evidente e immediata sintonia umana''.

''Ho conosciuto Brillante Mendoza – racconta Isabelle Huppert – nel 2009 a Cannes quando presiedevo la giuria e lo abbiamo premiato. Poi mi ha avvicinato qualche mese dopo in Brasile dove io recitavo in una piece di Bob Wilson e lui presentava Kinatay. Mi ha proposto di partecipare a un suo nuovo progetto e ho accettato subito anche se poi la lavorazione e la preparazione sono state piuttosto lunghe. Io non scelgo tanto i copioni quanto le persone e ho immediatamente avvertito che lavorare con Mendoza sarebbe stata per me una nuova sfida. Detesto muovermi solo all'interno del gia' noto e sono attratta da mentalita' e culture diverse dalla mia. Quel che non sapevo e' che il suo approccio alla regia e' realistico ed emotivo insieme. Sul set nessuno aveva la sceneggiatura, ciascuno entrava giorno dopo giorno nella psicologia del suo personaggio fino a viverne l'odissea. Abbiamo girato in circostanze estreme, spesso pericolose, e certamente alla fine eravamo tutti persone diverse. Posso dire che quando ho visto il risultato finale sono rimasta ammirata''.

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Lorenzo Briotti