Lindsay Lohan non va a Venezia. Schrader: “Inqualificabile. Ma ricorda Marilyn”

Lindsay Lohan (Foto Lapresse)

VENEZIA – Il forfait di Lindsay Lohan alla Mostra del Cinema di Venezia, dove sarebbe dovuta arrivare per presentare il film scandalo fuori concorso The Canyons, brucia molto. Il regista Paul Schrader, che tra l’altro è presidente della giuria di Orizzonti, è furioso e non lo nasconde. ”Finalmente sono libero. Per gli ultimi 16 mesi sono stato ostaggio di un’attrice di grande talento, inqualificabile per le sue azioni – non la manda a dire il regista gloria della New Hollywood di fine anni ’70 – vorrei cancellare qualsiasi domanda su di lei, tranne quelle come interprete. Non chiedetemi della sua vita privata non risponderò”.

Per vari motivi il film è al centro dell’attenzione internazionale – in Italia, distribuito da Adler Entertainment, uscirà tra ottobre e novembre – : nome celebre del regista a parte, è stato scritto da Breat Eston Ellis, autore di romanzi culto come American Psycho, ha per protagonisti due interpreti variamente noti come Lindsay Lohan, le cui dipendenze da alcool e droga le stanno rovinando la vita e la carriera e James Deen, uno dei Rocco Siffredi d’America, 980 film eclettici, vari premi del settore, occhi blu che non sono la prima cosa per cui è noto, all’esordio in un film non pornografico.

E poi la storia torbida, ambientata nel mondo del cinema di Hollywood con protagonista un regista geloso e psicopatico e la sua donna attrice. Qualche risatina durante la proiezione stampa e critiche non sempre positive accompagnano il film. ”Volevo aggiornare il noir”, ha detto Eston Ellis coinvolto appieno nel progetto che è nato ed è stato sviluppato completamente low cost, 150 mila dollari di budget.

Per Schrader, che è lo sceneggiatore di Taxi Driver, il regista di American Gigolò, è il primo film con pochi soldi ”e non ne farò un altro perché è dura rinunciare ai costumi, al makeup e a tanto altro, sento troppo il peso della mancanza di denaro”. Secondo Schrader il film ”proprio per questo è un evento culturale in America ed è il motivo per cui lo hanno attaccato e criticato”.

Breat Eston Ellis voleva fare un film con il regista di American Gigolò e ”pur scrivendo di Los Angeles e personaggi che mi sono noti, ho forgiato la storia sulla sensibilità di Paul”. La chiave per Schrader era a quel punto ”misurarsi con il post cinema, fare un film per il futuro, ossia per lo streaming e le multipiattaforme, per un’epoca prossima in cui non ci saranno più le sale”.

In The Canyons Lindsay Lohan, appena uscita da una clinica di riabilitazione dalle dipendenze, gonfia e sfatta interpreta un’attrice perseguitata dal suo uomo che è anche il regista del suo nuovo film e quando lui scopre che ha riallacciato i rapporti con un attore che è stato un suo ex si scatena la follia violenta.

La scena di un’orgia a quattro con lei a dominare su di lui ordinandogli di fare sesso con un altro uomo, mentre lei bacia l’altra donna, è il momento a luci rosse (letteralmente) del film. ”Lindsay Lohan è un’attrice temeraria che non ha paura di certe scene, ma uno dei suoi problemi come attrice è che ha difficoltà a fingere, anche sullo schermo è genuina. E’ il suo primo ruolo diciamo duro rispetto alle commedie romantiche, ricorda anche Marilyn Monroe”, dice Schrader.

E’ stato Breat Eston Ellis a portare nel film James Deen, ”sono ossessionato dai suoi film e mi piaceva non tanto raccontare una generazione hollywoodiana quanto personaggi che esistono ai margini del mondo del cinema, sembrano maschere ridicole, ruoli da soap opera. Costruirci su un noir è stato il mio interesse”.

Deen – ”è stato il mio soprannome e poi è diventato il mio nome d’arte”, dice – è soddisfatto: ”finalmente una storia, un personaggio approfondito. Nell’industria dei film per adulti non c’è una trama sviluppata, non c’è abbastanza tempo per approfondire i ruoli, questo da una parte rende le cose più facili, dall’altro ti astrae da quello che devi raccontare perché ti devi concentrare”. L’esordio nel cinema ”è stato un viaggio istruttivo e bello, tutto è diverso da quello visto nell’industria pornografica, ma devo dire che ci sono personaggi orribili in entrambi i settori”.

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Maria Elena Perrero