Guai in vista per Sasha Baron Cohen. Un droghiere palestinese comparso nell’ultimo film dell’attore-regista inglese, “Bruno”, ha chiesto 115 milioni di euro di danni, equivalente a metà degli incassi al box office, perché da quando ha girato la pellicola «la sua vita è rovinata». In una scena del film, dove Baron Cohen interpreta uno scandaloso reporter di moda gay austriaco, Ayman Abu Aita viene definito come un pericoloso terrorista, leader del gruppo Brigate Al Aqsa.
Non solo, Baron Cohen dice di doverlo incontrare in un campo profughi libanese, anche se la scena in realtà è stata girata in un noto hotel fuori Betlemme, vicino ad una base militare israeliana. Lo scorso luglio, partecipando al David Lettermann Show, il comico ha poi dichiarato di aver rintracciato «questo vero terrorista» grazie ad un contatto con la Cia.
Padre di quattro figli, droghiere e pacifista convinto, Abu Aita ha raccontato che dopo l’uscita del film ha ricevuto minacce di morte e che ha accettato di incontrare Baron Cohen solo perché pensava si trattasse di produttore tedesco impegnato a girare un film sulla causa palestinese.