Chi era Shakespeare? Emmerich in Anonymous dice Edward de Vere

Il possibile autoritratto di Shakespeare

LONDRA – Chi era davvero Shakespeare? Un’interpretazione all’annosa questione ha cercato di darla Roland Emmerich nel suo film Anonymous. La vita, l’opera, i retroscena, i misteri legati al venerabile nome di Shakespeare non hanno mai smesso di essere scandagliati da una frotta di curiosi, avidi lettori, intellettuali ed a volte semplici oziosi. L’identità del bardo inglese è ancora oggi una delle prime fonti di controversie letterarie.

Chi era William Shakespeare, autore dell’Amleto e di Romeo e Giulietta? Era veramente il figlio di un guantaio analfabeta? E’ veramente nato a Stratford-upon-Avon? E, soprattutto, è veramente il povero attore William Shakespeare l’autore di quei testi?

Forse solo Omero, il poeta cieco che secondo un’antica leggenda scrisse l’Iliade e l’Odissea, ha suscitato così tante passioni interpretative. Già nell’epoca classica, una decina di città greche si disputavano il suo luogo di nascita per fregiarsi del vanto della poesia. Più tardi, la querelle sulla sua identità diventa perfino motivo di risa sotto la penna dell’autore greco Luciano che finge di incontrarlo nelle mitiche Isole dei Beati («e gli domandai di dove era, dicendogli che di questo fino al giorno d’oggi si fa un gran questionare tra noi. Ed egli mi rispose che sapeva come alcuni lo fanno di Chio, altri di Smirne, e molti di Colofone; ma egli era di Babilonia, e dai suoi cittadini non chiamato Omero, ma Tigrane»). Nulla di particolarmente originale se si pensa che alla fine del XIX secolo, un autore vittoriano, Samuel Butler, sosteneva che l’autore dell’Odissea era in realtà una giovane donna siciliana.

Altrettante querelle, se non di più, hanno agitato la pacifica e salottiera società inglese amante dell’immortale «cigno di Avon». Nei secoli, generazioni di lettori, critici e scrittori, hanno dubitato, e dubitano, della vulgata shakespeariana. Per dare un nuovo nome al poeta sono state avanzate proposte stravaganti quanto quelle dell’Omero babilonese o dell’Omero pulzella siciliana. Si è parlato, oltre che di artisti e scrittori dell’epoca, anche di cardinali, mercanti arabi naufragati, di una presunta fidanzata dell’autore, di Maria Stuarda, nonché dell’avventuriero e pirata Francis Drake, per citare solo i più stravaganti.

Delle decine e decine di candidati al ruolo di autore, sono solo un pugno ad aver ottenuto delle adesioni consistenti, tra questi il filosofo Francesco Bacone, il sesto conte di Derby, lo scrittore Christopher Marlow e il diciassettesimo conte di Oxford. E’ quest’ultimo, Edward de Vere, che oggi rappresenta l’alternativa più accreditata, o in ogni caso più diffusa.

L’ipotesi de Vere è oggi sostenuta e pubblicizzata, grazie dalla recente uscita di un film di Roland Emmerich, regista tedesco ma ambientato ad Hollywood. Nel thriller in costume Anonymous il diciassettesimo conte di Oxford è un prodigio letterario, amante della regina Elisabetta, dalla quale ha pure un figlio. Per sfuggire alla censura, il conte sfrutta un uomo di paglia, William Shakespeare, un assassino analfabeta sotto il cui nome fa mettere in scena e pubblicare i suoi testi.

Le vicende della storia, una ribellione fallita a cui il conte partecipa, segnano la fine tragica dell’autore delle immortali pièce e il trionfo dell’impostura nel segno dell’ignorante e rozzo Shakespeare, sotto il cui nome verranno ormai, e per secoli, pubblicati i testi di de Vere.

Il film non ha mancato di far discutere, le reazioni stizzite non si sono fatte attendere. Il New York Times ha pubblicato ben due articoli per ribadire l’inconsistenza della tesi de Vere e un critico ha bollato il film come una «volgare barzelletta sulla tradizione letteraria inglese». Come sempre, il dossier Shakespeare diventa il terreno di scontro su cui si affrontano i custodi della tradizione e gli iconoclasti professionisti.

Rimane la consapevolezza che probabilmente non sapremo mai la verità, e saremo sempre in preda a verità incerte o a fantasiose teorie. Ma in fondo che importa? Shakespeare può essere stato chiunque, anche Maria Stuarda, e soprattutto chiunque può immaginarlo come vuole, uomo o donna, povero o ricco, onesto o assassino, bruno o rossiccio. Quanto poco contano queste cose di fronte alla potenza dei suoi versi e alle emozioni che esse suscitano da generazioni?

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fmontorsi