Venezia: migranti e italiani in cerca di Terraferma

VENEZIA, 4 SET – La legge del mare che impone di salvare chiunque sia in difficolta' e la legge delle autorita' che impone altre regole, un mare che prima era pieno di pesci e ora di uomini in cerca di aiuto o peggio ancora di morti, un fondale limpidissimo dove i pesci nuotano tra le scarpe, i documenti, gli oggenti di qualche migrante disperso in uno dei tanti naufragi. E poi un'isola, troppo piccola per stare sul mappamondo eppure diventata il centro di un mondo dove i turisti ballano sulle barche Maracaibo mentre i clandestini sembrano balene spiaggiate. Arriva a Venezia 68 oggi in concorso il primo dei film italiani, l'atteso Terraferma di Emanuele Crialese, accolto con applausi dalla stampa (e anche in conferenza stampa), prodotto da Cattleya e Rai Cinema, in sala dal 7 settembre distribuito da 01.

In questo sfondo di un'isola del Mediterraneo, che e' Linosa ma potrebbe essere Lampedusa o qualunque altro approdo, Crialese racconta una storia commovente che e' anche lo specchio dell'Italia di oggi, accogliente con il cuore, respingente per la paura dell'invasione africana e del cambiamento sociale. Terraferma e' un film corale ma al centro ha l'incontro/scontro tra due donne, entrambe desiderose di un futuro altrove e di migliorare le propria vite. C'e' Sara (Timnit T., una vera migrante che Crialese ha conosciuto tramite Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati) che dall'Etiopia con un figlio di pochi anni ci mette due anni per arrivare in Europa, in un viaggio che comprende la prigione in Libia e lo stupro. E c'e' la giovane vedova Giulietta (Donatella Finocchiaro), cui l'isola sta stretta perche' la pesca non e' piu' un futuro mentre il turismo si. E quando le portano Sara, che partorira' in casa sua la figlia della violenza, reagisce male. E poi c'e' suo figlio di 20 anni Filippo, sospeso e combattuto tra la tradizione del nonno pescatore (Mimmo Cuticchio) e la modernita' kitch e furba dello zio Nino (Giuseppe Fiorello) che incita i turisti a godersi il sole e a far finta di niente. La comunita' dei pescatori, il mare sono altrettanti protagonisti. Tante le scene belle ma una, la piu' assurda, non si puo' dimenticare: Fiorello in costume e occhiali a specchio che balla sulla sua barca incitando i turisti a lanciarsi nel ritmo tropicale e a fare una gara di tuffi.

Nel suo quarto film, Emanuele Crialese abbandona le atmosfere piu' fiabesche e oniriche dei suoi precedenti per una storia sospesa tra realta' e mito che rielabora quello che accade in questo tempo alla nostra Terraferma.

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Lorenzo Briotti