
Recensione: Hostiles – Ostili. Il western di oggi che brilla di naturalezza

ROMA – Il cinema, fin dalla sua nascita, ci ha spesso riportati in epoche lontane, in contesti storici e sociali letti e studiati solo nei libri di storia. C’è chi nel fare questo ha sfoderato autentici capolavori e chi invece avrebbe avuto bisogno di qualche lezione in più. Hostiles – Ostili, film di cui parleremo oggi, ci catapulta nell’America di fine Ottocento, periodo nel quale le guerre agli indiani stavano ormai giungendo alla fine. Alla regia c’è Scott Cooper, già autore di film come Crazy Heart e Il fuoco della vendetta. Il cast è composto da Christian Bale, Rosamund Pike e Wes Studi. CLICCA QUI PER ALTRE VIDEO RECENSIONI.
America 1892. Il capitano Joseph Blocker, divenuto celebre nell’ambiente militare per la sua lunga crociata contro gli indiani, è prossimo alla pensione. Gli viene affidato, però, un ultimo incarico, semplice e assolutamente alla sua portata: scortare Falco Giallo, un capo di guerra dei Cheyenne, e la sua famiglia fino alla loro terra nativa, in Montana. A loro si unirà anche una donna sopravvissuta al massacro della sua famiglia da parte degli indiani Comanche. Come prevedibile, il loro viaggio si dimostrerà pieno di insidie.
Hostiles – Ostili è un film che ci racconta di un periodo storico assolutamente violento, nel quale l’indifferenza e l’odio nei confronti di chi è diverso dominavano incontrollati. Scott Cooper è abile, sia con la regia che con la sceneggiatura, a palesare questi sentimenti. Riesce nel compito più arduo, ovvero quello di far emergere, senza troppi filtri o titubanze di sorta, il lato più crudele e imperturbabile dell’animo americano, eretto sulle spalle e troppo spesso sul sangue dello “straniero”, di colui che pur abitando quelle terre da molto tempo è obbligato all’esilio o alla morte.
Cooper ci concede il lusso dell’immagine, quella nuda e cruda dei paesaggi sconfinati e dello studio attento dei volti e dei gesti che li animano. Fotografia e scenografia rappresentano sicuramente ciò che di più bello il film ha da offrire, impreziosite da una regia minuziosa ed eclettica. Perfino il ritmo, considerato dai più troppo lento, è quello giusto, laddove i momenti di silenzio, di quiete apparente e di riflessione comunicano ciò che in altri modi sarebbe stato impossibile e inverosimile comunicare. Se il comparto tecnico è senza ombra di dubbio magnifico e l’atmosfera plasmata su di esso è da considerarsi evocativa, la pellicola non è esente da imperfezioni, da rintracciare soprattutto in una sottile ostentazione di certe tematiche interne alla narrazione, dovute principalmente alla componente retorica che sta alla base. Oggi girare un western è davvero complicato, sembra quasi che il cinema si sia dimenticato di questo genere. Va da sé che al pubblico riesce difficile digerire un’opera del genere, caratterizzata da un determinato gusto e da una determinata scelta iniziale che lo distanziano dalle platee più numerose.
Le interpretazioni rimangono eccezionali. Quella di Bale è efficace, capace di celare dietro un volto apparentemente inalterabile un intero universo di contrasti e sfumature. Da menzionare anche quella di Rosamund Pike, la cui interpretazione vive di una luce completamente diversa ma comunque luminosissima. CLICCA QUI PER LA RECENSIONE DEL FILM METTI LA NONNA IN FREEZER.
Hostiles – Ostili è un film che riesce a brillare anche senza la miccia del cinema contemporaneo, e forse proprio per questo riesce a splendere ancora di più. Vive anche attraverso i suoi difetti, comunque pochissimi. Si mantiene sempre costante e non cede mai ai lussi fumosi ed elementari di un certo tipo di cinema. E’ un film consigliato a chi pretende dal grande schermo qualcosa di luminescente per la sua naturalezza, e non per la sua piatta e sistematica progettazione. Voto: 7/8.
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