ROMA – Ci sono due possibili risposte al mistero della Germanwings. Punto primo: il portellone difettoso può aver causato una depressurizzazione. La depressurizzazione può aver fatto perdere sensi e conoscenza a equipaggio e passeggeri. E l’aereo con 150 persone a bordo a quel punto è andato giù come un sasso. Punto secondo: si sarebbe verificato un evento violento a bordo. Un evento che, come scrive Massimo Maugeri sul Sole 24 Ore, ha impedito ogni tipo di comunicazione. E poi c’è la scatola nera danneggiata. Danneggiata sì, ma ancora “utilizzabile”, per usare le parole degli esperti.
Un minuto dopo aver raggiunto la quota a cui avrebbe dovuto volare, l’aereo della Germanwings precipitato in Francia ha iniziato una lunga discesa, non concordata con le torri di controllo. Lo ha spiegato Thomas Winkelmann, il numero uno di Germanwings in conferenza stampa a Colonia. La discesa è durata otto minuti. L’aereo è scomparso dai radar alle 10.53: senza che dai piloti sia stato lanciato un allarme, un may day.
La scatola nera ritrovata nella zona in cui ieri si è schiantato l’Airbus della GermanWIngs verrà analizzata “già da questa mattina”: lo ha detto il segretario di Stato francese ai Trasporti, Alain Vidaliès.
La discesa rapida per una probabile improvvisa depressurizzazione nella cabina dell’aereo (una delle ipotesi che possono essere prese in considerazione) fa parte di una di quelle manovre che i piloti di linea effettuano più spesso durante le ore di “allenamento”, periodico e obbligatorio, al simulatore.
“Quando succede di dover scendere rapidamente di quota – spiega Pietro Pallini, pilota di Boeing 777 dell’Alitalia in pensione e direttore del portale di cultura aeronautica Manuale di Volo – si raggiunge normalmente il livello di 10 mila piedi (poco più di 3000 metri) rispettando comunque sempre i cosiddetti ‘minimi di settore’, vale a dire le minime quote possibili segnalate sulla carta del territorio che si sta sorvolando”. (Carlo Ciavoni, Claudio Gerino, La Repubblica)
Quell’airbus non doveva volare? Il jet, lunedì mattina, il giorno prima dello schianto, aveva avuto problemi a un portellone. Secondo Der Spiegel, era stato controllato a Dusseldorf, era un AoG (aircraft on ground, velivolo a terra), i tecnici avevano riscontrato un problema. Lo spiega Mattia Eccheli del Fatto, adombrando l’ipotesi che i piloti, peraltro impegnati in una vertenza sindacale sul rapporto pensionistico, non volessero più volare con quel particolare airbus, in dotazione da troppi anni (questo in particolare da 24 anni e 4 mesi).
L’apparecchio D-AIPX con numero di serie 0147 sarebbe rimasto a terra proprio quel giorno sotto la sigla AoG (Aircraft on Ground) per problemi tecnici al cosiddetto Nose Landing Door, cioè lo sportello che si apre e chiude sotto la fusoliera per ospitare le ruote anteriori.
Un portavoce della Lufthansa ha precisato che il problema era stato risolto e già alle 10 di lunedì l’A320 aveva ripreso a volare. Solo che, fa sapere sempre lo Spiegel, alcuni equipaggi della Germanwings si sono rifiutati ieri di prendere servizio con modelli analoghi. (Mattia Eccheli, Il Fatto Quotidiano).