BELGRADO (SERBIA) – Troppa nebbia su Belgrado e il comandante di un aereo Alitalia operato da AirOne è costretto a deviare sul vicino aeroporto di Podgorica, in Montenegro. Tutto regolare, se non fosse che, per problemi burocratici, da Roma non arrivano i soldi e l’apparecchio rischia di restare senza rifornimento. E allora il pilota spazientito si paga il carburante di tasca propria. Mano al portafogli, l’uomo ha sborsato ben 4 mila euro per 5 mila litri di cherosene.
La vicenda, ai limiti del grottesco, è avvenuta lo scorso 10 novembre. L’ Airbus 320 partito da Milano con 180 passeggeri a bordo non riusciva ad atterrare su Belgrado a causa della fitta nebbia in pista. Il comandante perciò devia sullo scalo montenegrino di Podgorica e i passeggeri vengono accolti in un piccolo terminal in attesa che le condizioni metereologiche migliorino. Passano le ore e giungono notizie da Belgrado: lì splende il sole, ma l’Airbus 320 non è ancora ripartito. Il problema da metereologico si è fatto burocratico.
“Prima i soldi, poi il cherosene” è stata la risposta inflessibile degli operatori dello scalo di Podgorica. E ancora: “Niente contratto, niente trattativa”. A nulla è valso spendere il nome del colosso Alitalia: a Podgorica non accettavano le procedure automatiche di pagamento della compagnia. Perciò ci ha pensato il pilota a levar tutti dall’impiccio, sborsando di tasca propria ben 4 mila euro.
Benedict Herijckx, pilota belga di linea ha salato il conto di 5 mila litri di cherosene con la sua carta di credito personale. Quanto bastava per volare fino a Belgrado. Così dopo 4 ore l’aereo è ripartito e finalmente giunto a destinazione con 5 ore e 10 minuti di ritardo.