Antonio Horta-Osorio, supermanager finito in clinica per troppo lavoro

Antonio Horta-Osorio

LONDRA – La chiamano sindrome da “incapacità di staccare la spina”, “inability to switch off” in inglese. Ovvero essere a tal punto immersi nel lavoro da non riuscire a staccare.

E’ quello che è capitato ad Antonio Horta-Osorio, numero uno del colosso bancario Lloyds. Assorbito completamente dal lavoro, non vedeva più amici, familiari, nessun interesse al di fuori degli schemi e indici della banca. Fino a quando si è reso conto che non poteva andare avanti così.

Si è preso tre giorni di permesso, sbalordendo i superiori. E’ andato a Lisbona, sua città d’origine, con l’intenzione di riposarsi. Ma non ha chiuso occhio. Letteralmente. Cinque giorni senza dormire. Fino a quando non si è rivolto ad un medico.

E’ finito per due mesi e mezzo in clinica, una come quelle che curano le dipendenze e i disturbi alimentari. Anche se nel caso del cinquantenne portoghese si trattava di dipendenza da lavoro.

Adesso Horta dice di essere guarito, di dormire fra le sette e le otto ore a notte. Gli azionisti, pubblici e privati, piccati per la sua improvvisa assenza, lo hanno sottoposto ad analisi e colloqui per verificare se fosse ancora affidabile. Ognuno degli undici membri del board Lloyds Group lo ha sottoposto a un lungo colloquio di verifica. Horta ne è uscito bene. Ma adesso dovrà occuparsi dei 15mila esuberi del colosso.

 

 

 

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Maria Elena Perrero